La crisi finanziaria colpisce i fondi accumulati dalla vendita del petrolio, che in12 mesi sono stati messi a dura prova dalla crisi finanziaria che ha lasciato il segno anche nella finanza araba.
Il Regno del Bahrain, più comunemente Bahrain o Bahrein, ha visto i conti del fondo sovrano Mumtalakat appesantiti da 981 milioni di dollari di oneri legati a due investimenti nel settore finanziario arabo. Si tratta delle quote detenute nella Gulf International Bank e nella Gulf Investment Corp.
Lo scorso aprile infatti la banca Gulf International Bank è stata salvata dai suoi sei azionisti che hanno dovuto iniettare denaro fresco nell’istituto dopo la maxi svalutazione di 4,8 miliardi di dollari di asset tossici, oltre a dover coprire il buco creato dall’esposizione verso la banca americana, oggi fallita, Lehman Brothers.
Secondo il comunicato della stessa società, il patrimonio del fondo è sceso a 4,8 miliardi di dinari (circa 9 miliardi di euro) rispetto i 5,3 miliardi di dinari dell’anno precedente. La componente equity è passata da 3 a 2,9 miliardi di dinari mentre i ricavi sono aumentati del 13% a 1,45 miliardi di dinari.
Nel portafoglio del fondo sovrano creato dal piccolo stato arcipelago, ci sono partecipazioni diverse: si va dal 30% nel team di Formula Uno McLAren al produttore di alluminio Aluminium Baharain, la Gulf Air, la Bahrain Telecommunications Co e circa trenta altre partecipazioni dirette.