Bank of America ed il caso Parmalat, un Grillo per capello

Tra il 1996 ed il 2003, i manager di Bank of America supportarono finanziariamente Parmalat per oltre 1 miliardo di dollari, seppur consci della posizione nella quale si trovava l’azienda di Tanzi. Tale circostanza altro non fece che aumentare l’indebitamento di Parmalat e rimandare l’emersione del dissesto in atto, accusa la Procura di Parma, nel caso in cui il pm Lucia Russa sta indagando.

Sinora, sono state rinviate a giudizio 14 persone, fra le quali diversi ex funzionari di BofA, accusati di bancarotta ed, in alcuni casi, pure di usura. Secondo Reuters, il pm ha aperto uno stralcio temporaneo per un motivo tecnico su Louis Sampanis, ex manager di Bank of America Securities, uno degli indagati.

Di recente è stato trovato un accordo tra Parmalat ed il colosso a stelle e strisce che risolve tutte le vicende giudiziarie tra le due società, in base al quale l’azienda di Collecchio otterrà 98,5 milioni di dollari.

Dal canto suo Bank of America si difende, ed attraverso un comunicato respinge le accuse riguardanti la consapevolezza dei propri dipendenti sullo stato d’insolvenza di Parmalat. Nessuna istituzione finanziaria avrebbe potuto scoprire la frode in atto, visto che i responsabili del crack Parmalat fornirono informazioni false sia alla Consob che alla Guardia di Finanza.

Certo, non andate a dirlo a Beppe Grillo, il quale, secondo Wikipedia, già mesi prima dello scoppio dello scandalo preannunciava una bancarotta in pochi anni dell’azienda. Il comico venne anche sentito dalle Autorità quale persona informata dei fatti. Grillo dimostrò che i falsi in bilancio erano palesemente visibili a tutti già da tempo, ma che nessuno gli diede retta.

Nella foto, Kenneth Lewis, amministratore delegato di Bank of America, nonché ex presidente.

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