La ripresa nipponica

Michael Schumacher deve inaspettatamente ritirarsi dalla preparazione al ritorno in Ferrari; la folla cade nella delusione più profonda. Il recupero di Massa, più rapido del previsto, passa in sordina. Sovente gli esempi presi da altri ambiti aiutano a spiegare gli eventi del mondo della finanza. L’esempio sopra mostra la psicologia di massa, ed il condizionamento psicologico che una notizia inaspettata (soprattutto quando in negativo) ha sulle persone.  Ultimamente negli USA stanno uscendo dati macro ancora negativi, solo “non negativi quanto ci si aspettava”.  Che sia utopistico gridare “ripresa” ai quattro venti, sulla base di questo, è fuori discussione; ma oramai la voglia di ripresa c’è e la voglia di interpretare positivamente ogni situazione potrebbe magari generare una “self-fulfilling prophecy”. Certo è che negli USA si parla di ripresa: stasera si riunisce il FOMC e noi ci aspettiamo un approccio quasi diametralmente opposto rispetto alla BoE. Nessuna espansione del quantitative easing, nessuna manovra sui tassi, e tante parole confortanti. Detto questo, il mercato oggi non starà totalmente fermo prima della FOMC: la BoE annuncia oggi il suo rapporto sull’inflazione e vedremo su quali basi hanno deciso di espandere la quantità di moneta in circolazione (mossa che abbiamo già criticato ampiamente). Nell’eurozona invece vediamo se la produzione industriale riesce a sorprendere in positivo e se risucirà a scuotere il mercato.  Detto questo, il mercato di oggi si apre all’insegna della cautela: stanno sorgendo alcuni dubbi sulla solidità degli istituti finanziari (che novità) poiché i cosiddetti “titoli tossici” sono ancora presenti sul bilancio delle banche e sono ancora in circolazione. Dunque Yen che sale e Aussie, Loonie, Kiwi e Nokkie che scendono. Infine cerchiamo di affrontare un tema “caldo” e sulla bocca di tutti: il prezzo del petrolio. Com’è possibile che il prezzo del greggio (e anche il prezzo alla pompa) rimangano sostenute nonostante le scorte siano a rialzo e non ci sia un incremento reale della domanda (e quindi dei consumi) di petrolio a livello globale nell’ultimo mese? Una possibile ipotesi potrebbe derivare proprio dal mercato dei cambi, ed in particolare dal tasso di cambio ristabilito tra Yuan e Dollaro USA nel 2008. Senza un tasso di cambio fisso contro il Usd, lo Yuan dovrebbe salire per  via del tasso di crescita a doppia cifra e per il ruolo di “locomotiva” dell’economia mondiale durante questa crisi. Ma uno Yuan più forte stava intaccando il mercato del lavoro (specialmente il settore manifatturiero) e quindi il governo ha deciso di seguire il cambio fisso, emettendo ancora moneta e sterilizzando questa le emissioni di moneta vendendo Yuan attraverso titoli di debito. Peccato che recentemente le aste di bond governativi siano andate quasi deserte. Dunque la base monetaria ha avuto una espansione notevole, che si è riversato in investimenti e consumi.  La domanda è: se le opere di sterilizzazione della base monetaria proseguiranno in sordina, cosa succederà a livello di consumi (e quindi di prezzi di materie prime come il petrolio)?  Lasciamo il verdetto ai lettori e passiamo all’analisi tecnica. Con l’analisi di un grafico di eurodollaro notiamo come, successivamente all’aumento della volatilità di qualche giorno fa, il cambio abbia ripreso l’abitudine a muoversi con grande lateralità, cercando via via ulteriori spunti. Per la giornata di oggi potrebbe essere interessante il raggiungimento di 1.4190, mentre con la rottura del supporto a 1.41 figura si avrebbe un ulteriore discesa del cambio sino al minimo di inizio luglio, una figura più in basso, esattamente 1.40 figura.

Il peggioramento dei listini degli ultimi due giorni ha prodotto una ripresa dello yen. Osservando il dollaro yen notiamo una grande discesa del cambio dal massimo di venerdì a 97.75: nella notte è stato intaccato e superato il livello di supporto (ricorderete il massimo precedente di 95.80 diventato, una volta superato. supporto) lasciando ipotizzare per oggi ulteriori ribassi sino al successivo 94.70.
Anche il cambio GbpJpy ha risentito della ripresa dello yen lasciando sul terreno 550 punti in due giorni. Osservando un grafico a 240 minuti, oltre a notare l’intensità della discesa, è possibile capire come potenzialmente questo movimento possa portare ad una svolta nel medio: è stato infatti superato il livello di supporto della regressione lineare dal minimo di 146.70, dei primi di luglio, aprendo la strada per l’area di supporto nei pressi di 153 (interessata dal passaggio della media mobile a 100 periodi esponenziale su un grafico giornaliero). 
Concludiamo con un’idea sul cambio EurChf. Colpisce infatti come movimenti di parecchie figure su tutti gli altri cambi abbiano poco intaccato la fase laterale in cui si trova: il supporto per la giornata è 1.5250 e crediamo che il cambio possa essere osservato come conferma di movimenti più importanti. Se le borse dovessero peggiorare, infatti, senza portare ad un deciso deprezzamento del cambio, pensiamo ci si potrebbe trovare in una fase temporanea dovuta al particolare momento di scarsità di volumi e non ad una definitivo peggioramento della situazione globale.

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