Bernanke e il greenback

In gergo accademico si dice che la volatilità e le correlazioni godono di eteroschedasticità. Una parola grossa che, tradotto in termini pratici, significa: possono beffarsi di noi investitori. Di fatto la giornata di ieri è stato proprio questo: una beffa da parte della volatilità di mercato che ha spiazzato tutti. Per quanto concerne le correlazioni, è chiaro il riferimento al legame del Usd con le notizie macro e l’azionario USA. A rigore di logica, le notizie positive per il USD dovrebbero innescare acquisti di USD; ma stiamo ancora aspettando che questo meccanismo torni a funzionare. Solo in serata infatti il mercato, pendente dalle labbra di Bernanke, si è deciso a dare sostegno al Usd: i commenti di Bernanke sono stati ottimistici e sono stati rilasciati indizi che la Fed sta studiando la exit strategy. Dunque viene ufficializzato il quadro congiunturale in miglioramento, i tassi rimangono stabili e anche il programma di quantitative easing (leggi creazione di moneta) viene tenuto stabile e non viene modificato. Segnali quindi positivi che hanno generato una lieve ondata di ottimismo pro-dollaro, ma con un entusiasmo parco. In effetti il mercato del lavoro rimarrà sotto pressione, così come i bilanci delle famiglie (legate al settore immobiliare che ancora è in rosso). Se è vero che a livello internazionale la domanda di dollari presto dovrebbe salire, è anche vero che un Usd debole aiuta a ridurre uno dei deficit gemelli: il deficit delle partite correnti, ed in particolare la bilancia commerciale. Già ieri abbiamo visto un dato migliore delle attese (deficit a 27 miliardi di Usd contro i 28,7  attesi) e finchè il Usd rimarrà sotto pressione, la bilancia commerciale ne gioverà. Tornando al discorso sulle correlazioni, è proprio qui il nocciolo: attualmente il Usd viene venduto come moneta di finanziamento per stabilire carry trade e del resto con i tassi così bassi (e quindi rendimenti sull’obbligazionario così bassi) è anche logico pensarla in questi termini. Comunque il destino del dollaro – e la difficoltà quindi di chi sta sul mercato – è legato a questo ruolo duplice di moneta di finanziamento e di moneta rifugio. La chiave per capire i movimenti contro Usd risiede nel capire quando ci sarà lo spostamento da un paradigma all’altro. Passando all’analisi dell’Inflation Report della BoE, il quadro dipinto è cautamente positivo secondo gli analisti. In realtà è un quadro di difficile interpretazione: il tasso di inflazione rimarrà sotto la soglia del 2% (livello ottimale per avere una crescita robusta e stabile) per lungo tempo e quindi l’espansione del quantitative easing della settimana scorsa avrebbe quindi senso. In realtà giudicare l’operato di Mervyn King è difficile al momento; certo è che noi qui riteniamo che il recupero della Gran Bretagna sarà più ostico del previsto. L’euro quindi rimane forte, nonostante una produzione industriale sotto tono (-0,3% rispetto al mese precedente).

Passando all’analisi tecnica proprio dell’EurUsd segnaliamo una divergenza ribassista su base weekly, che si è confermata in chiusura di settimana scorsa quando lo stocastico a 10-6-3 ha incrociato a ribasso la sua media. Tale segnale tecnico potrebbe suggerire una correzione del cambio che potrebbe estendersi fino ad area 1.3875/90. In questa fascia passano infatti dei punti di supporto dinamici importanti, coincidenti con la media mobile esponenziale a 100 periodi e la trendline rialzista tracciata a partire dal minimo del 4 marzo. Interessante notare come ieri si sia verificato una massiccia vendita di yen ed in misura minore di franchi svizzeri, in corrispondenza di mercati azionari nettamente in territorio positivo. In effetti guardando EurJpy, GbpJpy, NzdJpy e AudJpy si nota il quadro comune, sia sul breve termine che sul grafico daily, di rialzo e questo del resto è logico: sono cambi ciclici e seguono il ciclo economico globale. Più dati positivi escono, più li vedremo alti. Intanto per oggi i livelli da tenere d’occhio per EurJpy sono 136,90 verso l’alto e 136,00 verso il basso; per GbpJpy  occhio al 159,50 come resistenza e 158,00 come supporto; per NzdJpy il 65,10 come resistenza e 64,32 come supporto; il UsdCad ha ancora un bias negativo verso 1,0850 e come resistenza abbiamo un 1,0910 (e questo è di facile comprensione: il UsdCad è un controciclico e quindi dovrebbe tendenzialmente andare in maniera opposta rispetto ai Carry Trade). 
Lavoriamo in condizioni di scarsa liquidità, che ovviamente comporta una volatilità superiore alla norma, in questa settimana di ferragosto e quindi, come dice un vecchio adagio dei mercati, “fate trading su quello che vedete, non su quello che pensate di sapere”.

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