Paradisi fiscali, in Italia si guarda agli Agnelli

Essere Agnelli in Italia è sinonimo di Fiat, Ferrari e Juventus. Una “A” maiuscola di sicura storia e tradizione, che riesce a rendere rilevante in terrra nostrana un termine che in altri paesi viene considerato solo ai fini dei banchetti pasquali. Una famiglia che vive un dualismo di leadership di notorietà e influenza con quella Berlusconi; facile quindi immaginare la scia che potrebbe portare con se un eventuale processo penale, in seguito alle ipotesi espresse ieri dal tg5.

Secondo il telegiornale della rete ammiraglia Mediaset, un patrimonio di oltre 1 miliardo di euro sito in Svizzera potrebbe finire sotto la stretta del fisco italiano; trattasi di un parte dell’eredità lasciata dall’Avvocato. Nel caso si verificassero procedimenti, si vocifera che l’importo degli stessi, tra sanzioni e interessi, supererebbe in cifra il valore in oggetto.

Il tutto è partito, sembrerebbe, dalle denunce della figlia Margherita Agnelli, la quale dopo aver parlato di un “capitale segreto”, avrebbe affermato che la gestione dello stesso erano continuate anche dopo la scomparsa di suo padre. Un patrimonio riferito ad alcune operazioni finanziarie dei primi anni 90, tra cui l’ opa su Exor del novembre 1998, anno che, tra l’altro, rappresenta il limite temporale entro cui il fisco può considerare gli illeciti. Se davvero si dovesse trattare di un “tesoro nascosto” nulla potrà fare il buon vecchio Indiana Jones; il fisco ha già prenotato tutti i ruoli della sceneggiatura, compreso quello da protagonista.

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