Fine delle vacanze per i traders

Dopo due settimane caratterizzate dal tipico attendismo derivante dal periodo vacanziero, cominciamo ad aspettarci i primi rientri dei traders e degli operatori, e con loro, il ritorno di un po’ di liquidità, e magari la nascita di qualche spunto direzionale. Si perché, a costo di sembrare ripetitivi, ci troviamo ancora in fase di range consolidato su tutte le majors: i movimenti durante le sessioni di trading sono stati importanti, sia al rialzo che al ribasso, ma i valori di equilibrio raggiunti da molti rapporti di cambio non si sono spostati. Risulta perciò difficile commentare un mercato del genere, mosso soltanto dai movimenti che si registrano sul mercato azionario (come abbiamo avuto modo di vedere i cambi vivono di riflesso dell’equity in questo periodo) e dovremo prestare molta attenzione qualora dovessero mostrarsi i primi segni di partenza di questo o quell’altro movimento direzionale. Le borse asiatiche hanno chiuso in territorio positivo trainate dalle americane, nonostante la notizia di fine settimana secondo cui alcuni official cinesi hanno rilasciato delle dichiarazioni circa l’aumento dei requisiti di capitale per il settore bancario che hanno trascinato i cross yen sui minimi relativi degli ultimi giorni per poi lasciare spazio a buone salite subito sfruttate dai traders intraday.
I dati usciti venerdì hanno mostrato dei miglioramenti sulle housing starts, miglioramenti che sono stati presi come pretesto per far muovere un po’ i cambi ma senza andare a sopstare i livelli di equilibrio che, come detto, per ora rimangono saldi e ancorati in range ben definiti.

Il cambio EurUsd si trova sui livelli dei massimi relativi fatti segnare a giugno e ha strada fino a 1.4450, livello chiave per contenere il potenziale deprezzamento del dollaro americano. Una rottura decisa di tale livello spingerebbe la quotazione a 1.4700 ma a nostro parere questo non dovrebbe avvenire nel breve periodo. Innanzitutto abbiamo visto che in questa fase congiunturale stanno uscendo dei dati macroeconomici misti (è fisiologico che sia così) e gli investitori non si affidano di certo ad essi per impostare delle posizioni strategiche ma soprattutto, uno scostamento violento da questi livelli potrebbe arrecare dei danni reali all’economia. E’ importante infatti che ora come ora si mantenga una sorta di stabilità a livello valutario che non vada ad aggiungere benzina sul fuoco, che è già tanto.
Passando al dollaro yen, ci si avvicina al livello di 95.00/95.30 area in cui il movimento dovrebbe arrestarsi, mentre per quanto riguarda il cable vediamo la possibilità di trading range tra 1.6450 e 1.6550.
Il franco svizzero veste sempre il ruolo di valuta rifugio e se le borse dovessero macinare terreno anche questa settimana potrebbe tentare un attacco alla parte superiore del range delle ultime settimane.

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