Buoni segnali di ripresa

La statistica settimanale di DoE riguardante le scorte di petrolio ha mostrato una crescita di 128k barili contro un atteso drawdown di 1150k, seguendo il sorprendente calo della settimana passata che ha fatto registrare una decrescita di 8397k barili. Il Crude è rimasto sostanzialmente invariato e occorre analizzare se esistano delle correlazioni con il dollaro per cercare di capirne le sorti. I movimenti di prezzo del petrolio tipicamente infatti si riflettono sul mercato FX dando luogo a due conseguenze nel medio periodo.

La prima riguarda il binomio crescita/appetito per il rischio: nel momento in cui l’economia globale dovesse risultare non così forte come il mercato percepisce che sia, la domanda di energia diminuirebbe e il prezzo del petrolio scenderebbe. Tutto questo sarebbe negativo per gli asset di rischio e quindi il mercato si rifugerebbe nei beni rifugio, con la conseguenza di vedere yen, dollari e franchi svizzeri in salita. E vice versa. La seconda conseguenza riguarda i possibili effetti a spirale che vedrebbero implicati petrolio, dollaro e inflazione globale, come successo l’anno scorso quando, a causa della debolezza del dollaro e dell’incertezza sul suo status quo a livello di riserve valutarie mondiali, il petrolio è schizzato alle stelle provocando l’importazione di inflazione nel continente europeo (che continuava tra l’altro ad alzare i tassi cercando di mantenere la stabilità dei prezzi, ma che andava solamente a peggiorare la situazione).

Queste considerazioni sembrano essere però ancora lontane dal poter diventare un market mover in questa delicata fase. Il mercato sta ancora cercando certezze, l’equity prova a performare ed in parte ce la fa ma poi avvengono le prese di profitto come quelle viste in questi giorni e tutto il resto si muove intorno a questo. I dati macroeconomici iniziano ad essere analizzati con attenzione dagli investitori, che provano ad affidarsi a loro per capire qualcosa di più sulla congiuntura.

Negli Stati Uniti ieri sono stati rilasciati dei dati sul settore industriale e sull’immobiliare (mese di luglio). Gli ordini di beni durevoli, che come sappiamo misura i nuovi ordini arrivati ai produttori domestici per la consegna immediata o futura di beni durevoli, le cui variazioni percentuali mensili danno ottime indicazioni sulla salute dell’industria, soprattutto perché la maggior parte della produzione industriale è fatta su ordinazione, sono usciti a +4.9%. Dato migliore delle attese che si attestavano a +3.3%, ma occorre dire che se depurato dalla componente dei trasporti (si escludono spesso dall’indicatore i settori di difesa e trasporti, nei quali gli ordinativi sono molto volatili e potrebbero pertanto nascondere il più importante trend sottostante) è cresciuto soltanto dello 0.8%, il che è comunque un buon dato soprattutto considerando il fatto che le rilevazioni di giugno sono state riviste al rialzo da +1.6% a +2.5%. Guardiamo con attenzione a questo dato ma tenendo presente che storicamente i mesi estivi risultano essere molto volatili. Per quanto riguarda invece l’immobiliare, la vendita di case esistenti è aumentata del 9.6% in luglio arrivando a +433k unità abitative vendute (con tutte le conseguenze sull’indotto) rispetto alle 395k di giugno (riviste da 384k).

Come vediamo però, gli equilibri sul mercato FX risultano essere immutati. Si continua a rimanere in range e soltanto i cross sterlina si sono avvicinati a livelli importanti che potrebbero far presagire persino un’inversione di trend. Saranno molto importanti le chiusure settimanali per comprendere la sorte del pound ed individuiamo questi livelli a 1.6050/30 per il cable e 0.8860 per EurGbp, in un ottica di più ampio respiro.

Ma quel è il motivo di questa marcia indietro, quando sembrava che la sterlina fosse la favorita a partire per un buon rialzo seguendo la ciclicità dell’economia? La risposta è presto detta: quel pasticcione di King e il disaccordo sulla manovra di quantitative easing. A parte gli effetti di aumento di offerta valutaria, che sono empirici ed innegabili, il mercato ha anche punito questa sorta di indecisione e adesso si sta avvicinando a possibili punti di svolta. Intanto seguiamo con attenzione l’evoluzione delle borse, che stanno ancora sul gradino più alto del podio in fatto di market moving e cerchiamo di portare a casa dei buoni risultati intraday, senza impostare operazioni strategiche troppo rischiose per il momento.

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