Scudo Fiscale – Protezione familiare

Lo Scudo diventa protettivo anche nell’ambito familiare.

L’evoluzione della prassi dell’agenzia delle Entrate in materia di accertamenti sintetici ha portato in evidenza, nel corso degli ultimi anni, l’opportunità di valutare le capacità contributive delle famiglie.
Dall’intreccio di questi procedimenti  con le disposizioni sul rientro dei capitali è venuta a crearsi la possibilità di un nuovo incentivo per lo Scudo Fiscale. L’aderente, infatti, avrà la capacità di estendere la copertura anche a favore di un coniuge o familiare, fermando così eventuali procedimenti di accertamento sintetico in corso.

L’esigenza di questa opzione si è presentata in seguito all’uso crescente, da parte della Direzione centrale dell’agenzia delle Entrate, di prendere in considerazione la posizione reddituale dell’intero nucleo familiare nel corso degli accertamenti. Si è rilevato infatti che, per una valutazione completa delle capacità contributive, è necessario spesso controllare i redditi degli altri componenti del nucleo, anche per riscontrare delle discrepanze tra il tenore di vita e il reddito dichiarato. Quindi, per incoraggiare l’adesione all’iniziativa sul rientro/regolarizzazione dei capitali, si è deciso di dare la possibilità al contribuente che gode della protezione Scudo di dispiegare quest’ombrello protettivo anche su di un familiare, in modo da arrestare il redditometro in corso sul suo conto.
Questa opzione, tuttavia, costerà all’aderente le sue condizioni di anonimato. Il vantaggio infatti presenta uno scotto da pagare: la rinuncia alla riservatezza in cambio dello scudo levato a difesa del parente.

I ritocchi allo norma verranno discussi in aula domani, e si prevede un clima tutt’altro che tranquillo.
La partenza fiacca di questa edizione ha stimolato la creazione di nuovi incentivi, ma c’è chi ancora è scettico riguardo al successo della campagna governativa.
Il “target” interessato dall’iniziativa infatti, secondo gli operatori del settore, è per lo più composto da coloro che hanno disertato le opportunità di rimpatrio durante le due edizioni precedenti, e che continuano ad essere i più “duri da convincere”.
Non resta che attendere aggiornamenti dalle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato.
 
 
  

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