Niente Scudo per gli Agnelli

La famiglia Agnelli non potrà usufruire dello scudo fiscale. La normativa per il rientro dei capitali, infatti, stabilisce che la non punibilità di un reato tributario non operi laddove sia esercitata un’azione giudiziaria della quale il contribuente è a conoscenza, ovvero quando è stata notificata dalle autorità la chiusura delle indagini preliminari.
Nel caso degli Agnelli le autorità fiscali hanno formalmente avviato un’indagine precedentemente al 15 settembre, primo giorno utile per presentare la dichiarazione riservata.
Per un’eventuale regolarizzazione di capitali detenuti illegalmente all’estero, alla famiglia torinese non sarà concessa alcuna sanatoria.

Questo è quanto si evince dalla dichiarazione di Luigi Magistro, direttore centrale della sezione accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, che a Roma è intervenuto per un convegno.
L’informazione è confermata dall’ufficio stampa dell’agenzia.

“Nel caso Agnelli, come in tutti gli altri casi nei quali le persone implicate nella vicenda abbiano avuto conoscenza formale di un’attività amministrativa fiscale in corso, non si può usufruire dello scudo, quindi niente sanatoria”, ha spiegato Magistro.

La notizia che le autorità fiscali italiane hanno aperto un’indagine sull’eredità di Giovanni Agnelli è stata resa nota il 13 di agosto, quindi prima della data stabilita per l’apertura degli sportelli d’accettazione delle dichiarazioni riservate.
L’eredità del defunto primo azionista della Fiat, infatti, è al centro di una causa giudiziaria intentata dalla figlia contro gli amministratori dei beni paterni, con l’accusa di aver occultato dei capitali all’estero.
 

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