Scudo fiscale – La Svizzera è in lista bianca

L’Ocse promuove la Confederazione elvetica e rischia di mettere in crisi lo scudo fiscale approvato in Senato.

La Svizzera è ufficialmente esclusa dai paradisi fiscali, e questo costringerà l’Agenzia delle Entrate italiana a modificare la lista dei Paesi non aderenti allo spazio economico europeo che, nella normativa dello scudo fiscale, rientravano nella categoria di rimpatrio obbligatorio dei capitali.

Il governo, infatti, aveva previsto che per Svizzera, Montecarlo, San Marino e Liechtenstein il rientro in Italia dei capitali sommersi fosse possibile soltanto tramite un rimpatrio, escludendo l’opzione della regolarizzazione. Ora andrà specificato se la Confederazione potrà o meno essere inclusa nell’elenco dei Paesi per i quali è possibile semplicemente regolarizzare i patrimoni.
Questo crea non pochi problemi al governo italiano visto che, peraltro, la Svizzera era stata individuata come la nazione più interessata da eventuali rientri di capitali sommersi verso il nostro Paese.

Dall’altra parte della barricata la promozione dell’Ocse può consentire al governo di Berna di rallentare i movimenti sul fronte dello scambio di informazione con il governo italiano ma, finché mancherà la firma del premier Silvio Berlusconi sugli accordi di scambio, dalla Svizzera i capitali dovranno ancora essere fatti rientrare “fisicamente”. Questo almeno è quanto si afferma dalla parte della maggioranza, che teme di veder andare in fumo gli sforzi fatti per far approvare lo Scudo, con tanto di emendamento che condona quasi ogni sorta di reati tributari.
Alla Camera infatti il testo rimane blindato e si discuterà lunedì sull’approvazione, con il rischio concreto che sul voto venga posta la fiducia.
 

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