Brunetta e la normativa fantasma

Si apre un giallo sulle norme “antifannulloni” promosse dal ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.
Repubblica.it oggi ha pubblicato un articolo in cui diffondeva la notizia che queste norme varate l’anno scorso, che dovevano rappresentare la rivoluzione del Pubblico impiego, sono state silenziosamente abrogate con un decreto (diventato la legge 102/2009) approvato il primo di luglio.
La normativa consiste (o consisteva) in un sistema di disposizioni penalizzanti per gli impiegati pubblici, tra le quali l’indennità di malattia ridotta, e fascia di reperibilità per dipendenti in malattia estesa a quasi tutta la giornata.

I sindacati confermano la tesi dell’abrogazione; l’incostituzionalità della norma ha provocato l’intervento dei segretari di Cgil, Cisl e Uil per convincere il ministro a fare marcia indietro e omologare le norme di diritto pubblico a quelle del settore privato.
Giovanni Torluccio, segretario della Uil Funzione Pubblica, dichiara: “la normativa è stata abrogata”.
I sindacati chiedono quindi al Ministro perché all’approvazione della legge la notizia sia stata diffusa con le “fanfare”, tuonando contro i dipendenti pubblici assenteisti e fannulloni, mentre ora che fa marcia indietro Brunetta non rilascia nemmeno una dichiarazione alla stampa.

Ma il ministro nega tutto: “Non vi sarà alcuna marcia indietro sulla lotta all’assenteismo” ha dichiarato in replica all’articolo.
Brunetta sostiene che la normativa non sia stata abrogata ma che invece sia stata apportata una modifica sostanziale inerente le fasce di reperibilità, che sono state uniformate nella durata a quelle vigenti nel settore privato. Tuttavia i sindacati garantiscono che la situazione sia tornata al livello di partenza, prima dell’approvazione della legge. La penalizzazione economica per i dipendenti in malattia sarebbe rimasta solo nella norma del cosiddetto “salario accessorio” e la possibilità di certificazione di nuovo estesa ai medici convenzionati.

Il braccio di ferro tra il ministro e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, resta in sospeso e sarebbe auspicabile una tavola rotonda per mettere in cantiere una soluzione produttiva.

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