Scudo Fiscale ad un passo dal varo

Dopo l’esame lampo delle Commissioni parlamentari della Camera l’ipotesi del voto di fiducia al maxi-scudo è sempre più verosimile.
La normativa, dopo il primo si del Senato, ha passato il controllo delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera ed è a metà strada del percorso giuridico che potrebbe portarlo al varo definitivo

A partire da oggi pomeriggio avrà luogo la discussione generale in aula di Montecitorio del Dl 103 comprendente lo scudo fiscale formato “maxi”, con il testo approvato tra mille polemiche mercoledì scorso in Senato e blindato fino alla votazione, nonostante le lacune giuridiche in merito agli aggiornamenti dell’Ocse sulla Svizzera e i paradisi fiscali.

Esiste la concreta possibilità che il decreto incappi nell’ennesima richiesta di fiducia da parte del Governo, che è pressato dai tempi e deve ottenere la convalida finale entro il 3 di ottobre.
Le opposizioni continuano la protesta e per il giorno di oggi si attende battaglia, ma il Governo annuncia che non farà marcia indietro sul provvedimento e non intende ritoccarlo nuovamente.
“Dopo il passaggio al Senato la normativa è decisamente migliorata” assicura il Tesoro. Ma l’approvazione dell’emendamento Fleres, che garantisce la sanatoria alla maggior parte dei reati tributari, ha sollevato un mare di polemiche e scomodato anche il Quirinale, che però rimane silenzioso e attende il responso di Montecitorio.
Tuttavia il Tesoro insiste: “Noi non modifichiamo nulla”, e tale caparbietà ha invero una forte motivazione.

La manovra della sanatoria del falso in bilancio in adesione allo Scudo è una mossa che si potrebbe definire obbligata da parte del Governo per rendere più appetibile il rientro dei capitali dopo una partenza debole. Questo perché il gettito dello scudo fiscale ha ormai assunto un ruolo di risorsa vitale per l’economia italiana, a causa della caduta delle entrate tributarie, il crollo del 5% del Pil e un buco di 37 miliardi nelle casse statali.

La situazione si configura insomma come un’emergenza, nonostante il silenzio del Ministro dell’Economia. La Finanziaria è light perché mancano i fondi, che in qualche modo vanno recuperati, e l’attuale piano rischia di far saltare un gran numero di incentivi statali, compresi quelli sulla rottamazione auto.
Per arrivare alla fine dell’anno servono soldi, almeno 5 o 6 miliardi, altrimenti lo Stato non sarà in grado di affrontare la crisi dell’occupazione che si profila per i prossimi mesi.

 

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