Scudo ter – La Cassazione dice no

Si terrà mercoledì il voto di fiducia alla Camera e giovedì il via libera definitivo del Parlamento allo scudo fiscale, con tanto di rettifiche all’ultimo decreto governativo anticrisi; lo Scudo sta per diventare legge e oggi stesso il governo dovrebbe prendere la decisione di blindarne il testo.

Ieri in aula ci sono state proteste e attacchi all’esecutivo, soprattutto per il sistematico uso della fiducia nel corso dell’approvazione delle leggi. Ma a questo punto la strada sembra già tracciata e l’opposizione guarda verso il Quirinale nella speranza che il Capo dello Stato si rifiuti di firmare il decreto legge. Tuttavia la scelta di Giorgio Napolitano sembra ormai obbligata, dal momento che l’attuale decreto contiene delle modifiche richieste espressamente dal Quirinale e anche alcune norme già operative.
Questo non esclude del tutto la possibilità che il Presidente della Repubblica possa infine decidere di non avallare la promozione del decreto, nulla ancora è certo tranne la scadenza del 3 ottobre che mette fretta all’esecutivo e lascia pochi spiragli a ulteriori modifiche o per la promozione di un maxi emendamento.

Nonostante ciò altri ostacoli si frappongono tra il Ministro Giulio Tremonti e il compimento della manovra dello scudo, e questa volta si tratta della Corte di Cassazione.
Secondo gli esperti della Corte, infatti, la protezione offerta dallo scudo sugli accertamenti giudiziari non sarebbe possibile se ad essere evasa è stata l’imposta sul valore aggiunto.
Il motivo? Una precedente sentenza della stessa Cassazione che, recependo una sentenza della Corte di Giustizia, ha stabilito che i giudici nel corso dei procedimenti non devono tenero conto dei condoni sull’Iva, poiché imposta di natura comunitaria che quindi non può essere condonata né esclusa da accertamenti.

La Corte di Cassazione nel corso dei contenziosi non tiene quindi conto dei condoni fatti nel 1991 e del 2002, e il decreto legge del rimpatrio in via di approvazione d’altronde preclude ogni accertamento tributario, compresi quelli ai fini Iva, trovandosi quindi in aperto contrasto con l’applicazione della sentenza della Corte di Cassazione.
Il condono dell’Iva non si può fare, anche se è improbabile che la Comunità europea possa ritenere la norma illegittima, essendo questa studiata per coprire altre imposte sui redditi di natura nazionale.
Ciò non toglie che gli accertamenti riguardanti l’Iva non possono essere impediti e molti degli aderenti allo scudo potrebbero trovarsi ad aver versato dei soldi per un condono del quale infine non possono usufruire.
 

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