UK privatizza 17 miliardi di asset statali

Il premier inglese Gordon Brown, per far fronte al debito pubblico, intraprende una campagna di vendita degli asset statali.
La notizia è stata annunciata dallo stesso Brown, che ieri ha esplicato il suo programma per mettere in vendita attività pubbliche per un valore totale di 16 miliardi di sterline, equivalenti a 17,2 miliardi di euro, nel giro di due anni.

Tra le partecipazioni importanti che lo Stato britannico si appresta a cedere c’è la quota del tunnel ferroviario che attraversa la Manica, unendo il Regno Unito con la Francia, ma nel maxiprogramma di privatizzazioni rientrano anche la vendita della società di scommesse Tote, della partecipazione societaria nel tunnel ferroviario di Dartfortd sul Tamigi, oltre che un portafoglio di prestiti agli studenti e la quota statale del 33% nella società pubblica Urenco, che tratta l’arricchimento dell’uranio.

Questa decisione è stata presa di fronte all’innalzamento del debito pubblico inglese che ha raggiunto livelli preoccupanti, pari al 12% del Pil.
Il premier laburista Brown deve anche far fronte alla necessità di ridurre la spesa pubblica, oltre che a perseverare nella politica di “quantitative easing” intrapresa dalle banche centrali, per creare moneta attraverso l’acquisto di titoli finanziari in mano ai privati, aprendo anche la possibilità di acquistare nuovi titoli del debito pubblico da parte delle autorità monetarie.
Per contrastare la crisi economica la politicia di quantitative easing è necessaria, secondo Brown, ed “è essenziale impedire che vengano arrestate ora, perché metterebbero in pericolo la ripresa”, ha dichiarato.

Nel frattempo il Tesoro britannico ha autorizzato la banca centrale ad acquistare 175 miliardi di sterline di attività finanziarie, attraverso la creazione di nuova moneta.
L’Inghilterra insomma sta facendo cassa per risollevarsi dal periodo di recessione, e se il Primo Ministro dovesse riuscire in questa impresa probabilmente i laburisti recupererebbero lo svantaggio dei consensi accumulato nei confronti dei conservatori.

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