Draghi, bocciato dal Governo. Promosso dall'Europa

Se si deve affrontare il problema della previdenza sociale la questione non sta nell’innalzamento dell’età pensionabile. Questa è stata la dichiarazione rilasciata dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, commentando le indicazioni fornite nella giornata di ieri dal governatore di Bankitalia Mario Draghi.
“Mi spiace, ma abbiamo già dato”, dichiara il segretario, “Da tempo chiediamo che i soldi che vengono risparmiati sulla previdenza vadano ai pensionati”.
 Bonanni ha rilasciato un’intervista al quotidiano il Messaggero, in cui ha criticato la Cgil e le sue iniziativa dal “sapore politico”, riferendosi allo sciopero indetto previsto per il 14 Novembre.
Non è risparmiato Guglielmo Epifani dall’attacco, per la sua opposizione all’iniziativa di Cisl e Uil di volere firmare la riforma dei contratti.
La risposta del segretario di Cgil non tarda a farsi sentire da un convegno presso l’Università Bocconi ma, tralasciando gli attacchi della Cisl, Epifani ha portato in evidenza diversi nodi che andrebbero risolti se davvero si intendesse lavorare sulla flessibilità dell’età pensionabile, idea che definisce “recuperata dalla riforma Dini”. Secondo il segretario ci sono insomma molte questioni che vanno risolte in sede di un “tavolo di lavoro” che affronti tutti i problemi irrisolti legati alle pensioni.

Più moderato il commento del Segretario della Cisl Maurizio Petriccioli, che suggerisce: “Il contrasto alla povertà deve essere realizzato non solo attraverso interventi di natura assistenziale, come giustamente il Governatore della Banca d’Italia ha sottolineato, ma anche evitando che la progressiva perdita del potere di acquisto delle pensioni determini una situazione non più sostenibile per milioni di pensionati». Secondo il sindacalista sarebbe fondamentale dal lato fiscale un forte intervento di sostegno nei confronti di salari e pensioni.
Anche Domenico Proietti, segretario confederale della Uil ritiene che “per elevare l’età medie di pensionamento bisogna continuare a lavorare sulla flessibilità e sulla libertà di scelta del lavoratore”.

Perentoria invece la risposta del ministro Maurizio Sacconi, che ha sottolineato come le riforme sul piano pensioni sia già state fatte e siano “più che sufficienti a garantire la tenuta del sistema”.
“L’adeguamento dei coefficienti di trasformazione dei contributi che adegua l’età pensionabile all’aspettativa di vita a partire dal 1015”, ha dichiarato il ministro, “e la nostra riforma nel provvedimento anticrisi non possono essere sottovalutate, perché non hanno determinato forme di mobilità sociale”.
Già dal prossimo anno, infatti, si calcolerà l’andamento dell’aspettativa di vita in modo che dal 2015 ci sia un aumento automatico dell’età pensionabile corrispondente e proporzionale all’aspettativa di vita. Ogni 5 anni da allora ci sarà un adeguamento. “Credo che un meccanismo di questo genere”, ha spiegato Sacconi, “sia più che sufficiente visto che si combina con quanto previsto dai governi Dini e Prodi sulla caratura delle pensioni”.
“Le riforme fatte bastano e in maniera ragionevole”.

Tuttavia l’Ue, al contrario, dà credito all’istanza del presidente Draghi.
“Per l’Italia è indispensabile un rapido risanamento dei conti pubblici una volta che la ripresa avrà preso piede, in modo da assicurare una decisa riduzione dell’altissimo livello di debito”.
Questa è la raccomandazione che la Commissione Europea ha emesso in un messaggio diretto al Consiglio e al Parlamento Europei.
Bruxelles ha sottolineato che “occorre aumentare l’età effettiva di pensionamento in linea con l’incremento dell’attesa di vita”, nel quadro delle riforme necessarie per risanare i bilanci pubblici.

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