Scudo fiscale – Inviate 50mila raccomandate

L’Agenzia delle Entrate nel corso dei due giorni trascorsi ha spedito oltre 50 mila lettere rivolte a cittadini italiani che in passato hanno risieduto all’estero e che hanno riportato la loro residenza entro i confini italiani nell’arco degli ultimi cinque anni.
L’elenco è stato compilato grazie alla collaborazione tra l’Associazione Italiani residenti all’estero (Aire) e il Fisco, con un controllo incrociato dei dati.

Nelle raccomandate i destinatari troveranno un questionario, che ha l’obiettivo di accertare se il contribuente abbia lasciato o meno dei valori all’estero, senza dichiararli al momento del rientro. Il fisco in poche parole sta sondando i cittadini che hanno risieduto fuori dall’Italia per essere sicuri che non vi siano immobili, beni o conti bancari non dichiarati allo Stato italiano. Il plico termina con un promemoria che ricorda la possibilità di aderire allo scudo fiscale entro il 15 dicembre.

In poche parole l’Agenzia delle Entrate sta sondando la coscienza dei contribuenti per spingere quelli che ancora sono riluttanti ad aderire alla normativa a dichiarare i beni detenuti illegalmente all’estero, perché di questo si tratta, di un questionario formale non di un sondaggio effettivo. Se infatti il contribuente dovesse riportare una risposta non veritiera e il Fisco sapesse di un possesso illegale di beni oltre confine, per il menzognero scatterebbero la proibizione ad aderire alla sanatoria e l’obbligo di pagare sanzioni pari al doppio della somma dovuta. Essenzialmente la raccomandata suona come una minaccia, ed effettivamente è quello che il Fisco sta facendo; avvisare i contribuenti che l’Agenzia è a conoscenza delle loro attività detenute all’estero, e persuaderli ad aderire allo scudo fiscale entro il 15 dicembre.
Insomma una bella spinta agli indecisi verso la “retta via”.

Per il momento le stime sui rientri sembrano dar ragione alle strategie messe in campo dall’Agenzia delle Entrate, le previsioni infatti partono da un minimo di 100 miliardi di euro ad un massimo (forse un po’ eccessivo) di 300 miliardi di euro. D’altronde, vista la situazione, non aderire alla sanatoria può essere davvero pericoloso.

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