Scudo – Niente accordo Ue con il Liechtenstein

Doveva essere il modello da utilizzare per gli accordi da stipulare con gli altri Paesi, compresa la Svizzera, per la cooperazione anti-frodi fiscali, ma è stato un buco nell’acqua.

È fallito infatti il tentativo di stipulare un accordo con il Liechtenstein, a causa dell’ostruzionismo dell’ospite Lussemburgo e dell’Austria, che hanno bloccato le procedure impedendo il voto all’unanimità dei 27 Ministri dell’economia, necessario per approvare decisioni in materia fiscale.
Tutto è rimandato all’Ecofin di dicembre, e intanto l’alterco italo-svizzero in merito allo scudo fiscale e all’euroritenuta continua ad infuriare.

L’accordo con il Liechtenstein avrebbe dovuto applicare uno scambio d’informazioni tra Stati su richiesta e caso per caso, tuttavia la direttiva Ue sulla tassazione sul risparmio attiva dal 2014 prevede uno scambio di informazioni automatico che comporterà di fatto l’estinzione del segreto bancario.
Impedendo il compimento di questo accordo Austria e Lussemburgo puntano a mantenere in vita il segreto fino alla data di entrata in vigore della normativa Ue. Grazie al pagamento dell’euroritenuta la segretazione sui conti bancari si è mantenuta attiva di fronte alle pressioni dell’Ue e dell’Ocse, ma è proprio sull’aggiramento di quest’imposta che si concentra il problema alla base dello scontro del Ministero del Tesoro italiano e la Svizzera, problema che, senza il passo avanti che l’accordo con il Liechtenstein avrebbe rappresentato, appare tutt’oggi lontano da una soluzione.

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