Scudo Fiscale – 5 mld allo Stato

Per affrontare le conseguenze della crisi le misure intraprese dal Governo dipendono in larga parte dal gettito dello scudo fiscale, che per il momento sembra prospettare risultati promettenti. Cifre non ufficiali hanno stimato un ingresso di capitali dall’estero per l’ammontare di 60-100  miliardi di euro, che apporterebbero nelle casse statali, con l’aliquota applicata del 5%, un gettito compreso tra i tre miliardi e mezzo e i cinque miliardi di euro.
Da questo “tesoretto” dipendono in larga misura le spese previste per il 2010 e promesse dal Governo nel corso della predisposizione della Finanziaria.

Tuttavia, prima dell’effettiva chiusura della finestra temporale per l’adesione alla normativa (15 dicembre), ogni stima è prematura, nonostante girino già voci che stimerebbero 40 miliardi di euro rientrati  a poche settimane dall’inizio dello scudo fiscale.
Le previsioni effettuate da alcuni dei maggiori istituti bancari, tra cui Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank Italia e Ubs Italia, denotano un generale senso di forte ottimismo, ipotizzando in alcuni casi rientri di addirittura 100 miliardi, di cui si stima, oltre ai 5 che andranno allo Stato, che 20 miliardi possano essere investiti nel comparto immobiliare e altri 20 a sostegno dell’industria, il che attualmente sarebbe una vera e propria manna per il settore.

Insomma lo scudo riassume in sé le speranze per la ripresa italiana dalla crisi da parte di molti operatori economici, ma viene dunque da chiedersi cosa accadrà se la misura infine dovesse rivelarsi un fallimento, disilludendo tutte le stime prodotte.
Esiste un “piano B” per sostenere l’economia in caso il gettito dello scudo non dovesse rivelarsi così ingente?
Non ci resta che attendere la metà di dicembre per conoscere le cifre reali del rimpatrio e sperare che le aspettative si dimostrino il più possibile aderenti alla realtà.
 

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