L’economia USA torna a crescere

Non solo il dato è positivo, ma risulta anche migliore rispetto alle attese degli analisti (3,5% contro un 3,2% atteso).

Il dato relativo al primo trimestre mostrava un calo del 6,4%, mentre quello relative al secondo si era attestato a -0,7%. Gli stimoli monetari iniziano quindi a produrre gli effetti sperati sulle variabili macro, e non solo sui mercati finanziari.

La reazione delle borse non si è fatta attendere, con chiusure ampiamente positive per tutti i listini mondiali, e con il petrolio sempre vicino agli 80 dollari. E, a proposito del dollaro, le reazioni sul mercato valutario, hanno seguito il classico schema, ormai consolidato, di un dollaro che si indebolisce con dati macro positivi, dopo aver recuperato terreno sulla correzione dei mercati dei giorni scorsi. Solo quando la crescita economica trasferirà i propri benefici effetti sul mercato del lavoro, con la crescita del tasso d’inflazione e la necessità di un rialzo dei tassi, allora probabilmente vedremo un dollaro tornare a rivalutarsi anche in presenza di dati macro positivi.

Fino ad allora il biglietto verde potrebbe continuare ad indebolirsi, con la possibiltà di un ritorno in area 1,5060, senza escludere un possibile test dell’area 1,5280. Solo una correzione decisa dei mercati azionari, causata da prese di profitto in vista della fine dell’anno, ma dovute anche all’incremento del disallineamento tra economia reale, in lenta ripresa, e mercati finanziari tornati sui livelli pre crisi, potrebbero provocare una ripresa del dollaro a breve. La conferma tecnica ce la darebbe la violazione del supporto posto in area 1,4480.

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