De Benedetti si colora di rosso Perde 22,58 mln sui cambi

di John Hawkins

Carlo De Benedetti (nella foto) è tutto fuorché l’arzillo pensionato, con residenza a Sankt Moritz e cittadinanza svizzera, che aveva voluto farci credere qualche mese fa. Eppure anche il redivivo Ingegnere perde qualche colpo: la sua cassaforte Romed ha chiuso il 2008 rivedendo l’utile a 431.288 euro dalla perdita di 1,18 milioni del 2007, ma De Benedetti ha dovuto tamponare con un finanziamento di 20,24 milioni il rosso precedente. Nei conti della Romed, la testa di ponte dell’Ingegnere nel mestiere che ancora gli piace moltissimo – quello del trading borsistico – le perdite nette su cambi si sono però fatte più pesanti a 22,58 milioni dai 15,04 bruciati nel 2007 e De Benedetti è stato pure costretto ad appesantire le svalutazioni a 9,57 milioni dai 5,93 dell’esercizio precedente; mettendo in garanzia titoli che da 1,05 miliardi del 2007 diminuiscono a 639,06 milioni. Tra questi, come spiega la nota integrativa, ci sono titoli che garantiscono finanziamenti per 102,63 milioni; titoli in pegno a fronte di aperture di credito in c/c per 84,7 milioni, impegni a vendere operazioni a termine su metalli per 69,98 milioni e ad acquistare operazioni a termine su metalli per 12,71 milioni mentre gli impegni a vendere titoli, indici e valute a fronte di operazioni a premio valgono ben 461,84 milioni.
L’allargarsi delle perdite su cambi in Romed Spa, che controlla il 23,43% di Management & Capitali, deve aver convinto l’Ingegnere a restare “solo al comando”. E così De Benedetti è diventato da poco amministratore unico della holding, “sbaraccando” l’intero consiglio d’amministrazione dove sedevano il figlio Rodolfo, il vicepresidente Franco Girard, i Segre, alleati di sempre, con Franca Bruna (che era pure amministratore delegato di Romed) e il figlio Massimo e Vittorio Moscatelli, passato alla guida dell’Ipi, finita proprio sotto il controllo dei Segre. Unico timoniere della Romed, l’Ingegnere recupera così spazio di manovra per decidere che fare di Management & Capitali dopo che il fondo salvaimprese è stato oggetto di Opa concorrenti, tutte puntualmente fallite, promosse degli stessi Segre, dal merchant banker Gianni Tamburi e dell’avvocato modenese Gianpiero Samorì.

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