Biennio a prova di scudo

di Chiara Fornasari

 Le condizioni sui mercati finanziari, a poco più di un anno dall’inizio della fase più drammatica della crisi finanziaria, sono decisamente migliorate. Permangono tuttavia molte incertezze che potrebbero condizionare l’andamento dei mercati nei prossimi mesi, anche perché dagli Stati Uniti e dall’Asia emergono segnali contrastanti.
Le politiche “non convenzionali” di sostegno alla liquidità che le varie Banche centrali hanno condotto da oltre un anno, hanno avuto come riflesso la progressiva diminuzione dei tassi di mercato e il contenimento degli spread sui mercati interbancari, anche se l’operatività dei mercati continua ad essere bloccata. Gli spread sulle obbligazioni corporate si sono ulteriormente ridotti, in misura maggiore per il comparto finanziario, mentre il recupero dei mercati azionari, pari al 20% su quello europeo e al 15% su quello statunitense nel terzo trimestre dell’anno, sembra essere dovuto quasi esclusivamente alla riduzione del compenso richiesto dagli investitori per detenere titoli azionari, mentre non si è ancora verificato un miglioramento degli utili attesi di medio e lungo periodo.
Le prospettive dei mercati finanziari nei prossimi mesi sono condizionate in maniera rilevante dal lungo processo di aggiustamento che le banche stanno intraprendendo a livello internazionale.
Il primo passo, già avvenuto di questo cammino, che i bilanci trimestrali confermano, è la formazione di un utile in grado di compensare l’aumento delle rettifiche sui crediti, ottenuto anche attraverso la riduzione degli indicatori di leva patrimoniale dei gruppi maggiormente esposti. Nei prossimi mesi le prospettive di valutazione delle banche saranno condizionate dal difficile equilibrio che le stesse dovranno trovare, tra le necessità di rafforzamento patrimoniale e le possibilità di conseguire livelli di redditività sufficienti a compensare le attese di rendimento degli investitori.
Il lento processo di aggiustamento del settore finanziario, sul quale agirà anche la revisione della normativa la cui discussione è appena iniziata, continuerà inoltre ad avere effetti sullo scenario macroeconomico attraverso le modalità di erogazione del credito all’economia.
Uno degli effetti più rilevanti della crisi in atto è l’intensa riduzione della crescita del credito all’economia, dovuta sia alla diminuzione della domanda di credito che alla maggiore attenzione della banche alla condizione di solvibilità della clientela, che sta favorendo il ricorso diretto della imprese al mercato. Sui mercati internazionali già nel corso del 2009 il volume delle emissioni di obbligazioni delle imprese ha superato quello dei prestiti.

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