In Veneto è boom di richieste

di Nicola Brillo

 E, secondo quanto trapela da istituti di credito con base in Veneto, il numero delle richieste registrate nel primo mese risulta essere il doppio rispetto alle analoghe esperienze di inizio anni 2000.
Imprenditori medio-piccoli veneti e liberi professionisti hanno fatto largo uso in passato di conti e proprietà all’estero, su paradisi fiscali e paesi a fiscalità agevolata. Sulle strade che portano a banche e istituti stranieri offshore hanno trovato una soluzione complicate questioni fiscali, successorie, diversificazione del patrimonio e in molti casi familiari. Tra i paesi preferiti dai veneti c’è al primo posto la Svizzera, a seguire San Marino, Germania e Principato di Monaco. La ricchezza in regione è diffusa e in continua crescita. Secondo la recentissima ricerca dell’Associazione italiana private banking (Aipb) e Prometeia risulta che la regione si colloca al terzo posto (dietro Lombardia e Emilia-Romagna) per ricchezza.
E si tratta di una ricchezza diffusa: nella top five dei “paperoni” non compare infatti nessuna provincia veneta, la prima è Verona, in ottava posizione. «Il Veneto si caratterizza come la regione con la più omogenea distribuzione della ricchezza private tra le sue province», commenta Fabio Girotto di Prometeia. In Veneto si concentra infatti il 10,4% della ricchezza finanziaria degli italiani, pari a 86,9 miliardi, in miglioramento del 4,02% rispetto a 12 mesi prima. Una regione ricca, che ha necessità di investire denaro, in Italia e all’estero. Su quanto effettivamente questo condono riuscirà a riportare in Veneto, le cifre variano. E di molto. Se si ipotizza che saranno un centinaio di miliardi su scala nazionale, il Veneto dovrebbe assestarsi, secondo alcune stime degli analisti, oltre i 5 miliardi. Cifre ufficiali non ci sono e non ci saranno, ma per farsi un’idea è utile rivedere quale è stato il comportamento dei veneti negli ultimi due scudi fiscali.
Sul totale rimpatriato, il 6,2% apparteneva a contribuenti veneti, che hanno scelto banche e istituti locali. Dunque, sempre ipotizzando i 100 miliardi complessivi, la cifra per i veneti si aggirerebbe sui 6 miliardi. Anche se alcune stime, che girano tra le società di private italiane spostano l’asticella più su, anche al 10% del totale nazionale, quindi sui 10 miliardi di euro.

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