Caccia all’evasore, fuori i nomi

Dopo la scoperta delle Fiamme Gialle di un’associazione a delinquere con base a Milano, che ha fatto fatture false per poi nascondere i capitali evasi all’estero, e le più d’80 perquisizioni che hanno impegnato più di 300 agenti del Fisco, ora escono i nomi dei piccoli e medi imprenditori coinvolti nel malaffare. Come già segnalato nell’articolo Caccia all’evasore, a seguito del sequestro del personal computer dell’avvocato Fabrizio Pessina, le autorità hanno portato alla luce una gigantesca frode allo stato ad opera di un’organizzazione di imprenditori del Nord Italia.

Quest’oggi il Corriere della Sera ha pubblicato i nominativi degli 82 uomini d’affari (o malaffari) che hanno partecipato a questa mega evasione fiscale, e hanno subito l’irruzione nelle loro società degli agenti della Guardia di Finanza, all’alba del 5 novembre scorso.
Le imprese di cui erano titolari sono per lo più poco noti al grande pubblico, ma certamente non sconosciuti. Non è certamente un perfetto ignoto Giuseppe Cremonini, fondatore del gruppo alimentare Olitalia, o Bruno Nocivelli dell’Azienda Bresciana Petroli. Nella lista anche Alfondo Kratter di Inoxveneta, nonché vice presidente della Camera di commercio di Treviso, o Antonio Ghini, portavoce delle Ferrari di Maranello per quindici anni.
Tutti gli imprenditori facevano parte dell’elenco clienti di Pessina, arrestato il febbraio scorso per riciclaggio, e avvocato di Mario Merello, uomo d’affari milanese, indagato come gli altri per sospetto d’evasione fiscale. Merello è coinvolto peraltro anche nell’inchiesta “Montecity” condotta dalla Procura di Milano, indagine che coinvolge l’avvocato svizzero.

La maggior parte della aziende perquisite per sequestro di documenti probanti ha sede sociale in Veneto e Lombardia, in particolare si concentrano nelle province di Treviso, Verona, Brescia e Milano, ma ve ne sono anche in Piemonte, Sardegna, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Campania. Sono 13 le società trevisane, tra cui la Eurotravi e la Bit spa di Enrico e Agostino Bit.
Molte le imprese autorevoli finite nel mirino degli inquirenti, come Manfredonia Vetro di Giorgio Sangalli, titolare di un gruppo attivo nel settore vetraio dal 1869. Altri nomi noti sono quelli di Domenico Spezzapria, del gruppo Forgital, colosso italiano della meccanica e dei laminati fondato nel 1873, oltre che Alessandro Alessandri titolare della Saicam, società che ha ricostruito il teatro la Fenice di Venezia.

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