Safilo, lo scetticismo è d’obbligo

di Andrea Arisi
 
Eppure dalla loro adesione all’offerta del gruppo olandese Hal Investment sulle obbligazioni emesse dalla società guidata da Roberto Vedovotto (nella foto) dipende la sopravvivenza stessa di quella società.
Decisione non facile, quella degli obbligazionisti. Dire sì all’offerta comporta la rinuncia ad una parte significativa del credito. Dire no significa rischiare di perdere tutto o quasi. Senza contare che dalla scelta dei bondholders di fatto dipende anche il futuro di migliaia di lavoratori Safilo.
Come si è arrivati a questa situazione è presto detto. Tutto inizia il 19 ottobre scorso. Dopo settimane di rumors e indiscrezioni Hal raggiunge un accordo per ricapitalizzare il produttore di occhiali e diventarne il maggior azionista, salvandolo così da un possibile fallimento. L’intesa viene però subordinata ad alcune condizioni, la più importante delle quali è la consegna al gruppo olandese di almeno il 60% dei bond Safilo ad alto rendimento in circolazione. Agli obbligazionisti viene offerto in cambio il 60% del valore nominale del credito vantato.
E qui nasce il dilemma dei possessori di bond: rinunciare oppure no al 40% del valore dell’obbligazione? Il 39% ha già accettato. Il restante 61%, su cui si gioca tutta la partita del salvataggio, sembra combattuto. Una fonte vicina a Safilo, che ha accettato di parlare a condizione dell’anonimato, spiega che diversi obbligazionisti sono rimasti delusi dall’offerta ma temono di non avere alternative. “Mi aspetto – ha aggiunto – che molti attenderanno fino alla fine prima di decidere, nella speranza che Hal nel frattempo ritocchi al rialzo l’offerta”.
Le ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato di Safilo Roberto Vedovotto sembrano però togliere speranze a chi scommette su un rilancio. Vedovotto ha infatti detto chiaramente che non ci sono alternative ad Hal e a quella proposta e che senza l’adesione di almeno il 60% degli obbligazionisti l’azienda rischia seriamente il crack. La data da segnarsi, quella in cui scade l’offerta, è il 20 novembre. Quel giorno si conoscerà il destino finale di Safilo.
In realtà, almeno sulla carta, Hal potrebbe accettare di proseguire con il piano di ricapitalizzazione anche se ad aderire fosse una percentuale tra il 50 e il 60%. Improbabile, ma non da escludere. Come non è da escludere, sempre secondo la fonte vicina a Safilo, che il gruppo olandese decida di estendere di qualche giorno il periodo d’offerta. Anche perché Hal ha tutto l’interesse a finalizzare il piano.
Hal Investment è infatti già massicciamente investita nel settore dell’occhialeria (possiede oltre 4.000 negozi di occhiali) e l’integrazione con Safilo comporterebbe sicuramente il raggiungimento di molte sinergie.
Inoltre la società è riuscita a raggiungere un accordo anche con gli istituti di credito più esposti con la società padovana e cioè Intesa Sanpaolo e UniCredit. Secondo le ultime indiscrezioni le due banche avrebbero accettato di cancellare una parte del debito in capo a Safilo e di ridurre gli interessi che l’azienda si era a suo tempo impegnata a pagare.
Il gruppo di Padova, industrialmente parlando, è poi sempre una società robusta. Anche se la crisi economica l’ha colpita duramente, basta ricordare che produce ancora in esclusiva le collezioni di occhiali di marche del lusso quali Gucci, Dior e Armani.

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