Ottimismo, una musica stonata

di Roberto Tedeschi

Secondo il filosofo la vita degli uomini segue, per la propria evoluzione, un percorso ciclico muovendosi sulla falsa riga della storia personale.
Questo elemento è pur sempre vero per la vita di tutti noi, ma anche per la curva di evoluzione dell’economia mondiale nel suo complesso, e per la microeconomia.
Questo è proprio il momento in cui si moltiplicano gli eventi che portano alle luci della ribalta della pubblica opinione il tema dell’andamento dell’economia.
Quello che emerso nel corso degli ultimi interventi, fatti da rappresentanti del mondo politico ed imprenditoriale, è che l’economia internazionale e nazionale, per il prossimo anno, sembra essere indirizzata verso un fase di ripresa: decisa per il mondo politico italiano, più cauta secondo quanto emerso dalle ultima dichiarazioni del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
In Europa i miglioramenti registrati dai vari indicatori della fiducia e delle aspettative fanno ritenere che le tendenze al miglioramento, si rafforzeranno nei prossimi mesi.
Ma questo riguarda soprattutto alcuni stati della comunità europea ed i paese asiatici, come l’India e la Cina.
Per quanto riguarda la situazione italiana, personalmente noto delle stonature in queste dichiarazioni, nella quali si sovrastimano le capacità di reazione, e così i dati relativi al consuntivo dell’anno potrebbero deludere le attese con un recupero minore per il nostro Pil, che ha subito una forte diminuzione nel corso del 2008.
È incontestabile che la differenza creatasi nel mondo industriale e commerciale, tra i grandi e i medio/piccoli, che vivono la crisi sulla propria pelle e non intravedono ancora i segnali di una ripresa dell’attività economica, è il vero problema nazionale.
Però, di avviso contrario è il nostro Governo, che non perde occasioni per dichiarare una visione favorevole per l’economia nazionale.
Il nostro lettore si chiederà che cosa voglio dire con tutto ciò. Beh, in effetti se andassimo a rileggere i giornali e gli atti dell’incontri del 2008, sulle previsioni macroeconomiche di allora, ci potremmo rendere conto di leggere un po’ le stesse cose.
Alla fine dell’estate del 2008, in piena crisi finanziaria, dichiarata la più grande, anche dopo quella americana del ‘39, le previsioni prevedevano, alla fine del 2009, che l’andamento economico avrebbe retto e il futuro era disegnato come incoraggiante.
Ma, ad esempio, è notizia di questi giorni: la Confcommercio ha dichiarato che nei primi nove mesi del 2009 più di 50.000 esercizi al dettaglio hanno chiuso i battenti a causa della crisi. I morti non si resuscitano.
Le dichiarazioni dovrebbero spingerci a sperare che le spese per le strenne natalizie possano essere coperte con gli effetti del condono e sulla base di una ripresa che è dichiarata ma non effettiva.
Si favorisce la vendita a rate e l’indebitamento che spalmano nel tempo il rimborso. La realtà è che l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha raggiunto quota 15 mila euro, con una crescita dell’81% in sei anni, con più di 20.000 euro, procapite, di debito medio per ogni famiglia.

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