Neuroscienza al servizio degli investitori

Su un tema di difficile trattazione, a cavallo tra numerose discipline economiche e psicologiche, segnaliamo “Scelte economiche e neuroscienze. Razionalità, emozioni, relazioni”, edito da Carocci (2009), un interessante lavoro di Maura Franchi e Augusto Schianchi, docenti presso la Facoltà di Economia dell’Università di Parma, sul meccanismo di generazione delle scelte in ambito economico, analizzate alla luce dei progressi delle neuroscienze.

“Le tecniche di neuroimaging rappresentano un ponte per entrare nel cervello ed analizzare i meccanismi neuronali alla base dei processi di decisione. Le piste di ricerca aperte, in gran parte ancora da esplorare, rappresentano un ponte decisivo verso la comprensione dei comportamenti. Vi è molta evidenza, tra l’altro, a prova del fatto che le azioni degli individui sono assai difformi dalle rappresentazioni che essi stessi se ne fanno e, anche, dalle loro intenzioni”, come spiega Franchi.

“La scoperta più importante”, sottolinea Schianchi, “è rappresentata dal meccanismo dei neuroni specchio. I neuroni specchio confermano la nostra natura di individui sociali, naturalmente orientati, anche in ragione di meccanismi correlati alle dinamiche evolutive, a metterci in relazione con il comportamento degli altri; l’imitazione appare uno degli elementi costitutivi della razionalità individuale e dei processi di decisione, anche per i comportamenti finanziari”.

Preso atto dell’importanza della componente sociale, le neuroscienze possono aiutarci a capire meglio come, a livello inconscio, gli individui assumono una decisione, analizzando l’impatto della componente emotiva.
Gli autori superano le acquisizioni dell’economia comportamentale per esplorare la base neuronale dei processi decisionali, osservando l’intreccio tra dimensioni emotive e dimensioni cognitive; non si decide infatti senza emozioni, dato che non esiste infatti una razionalità composta di puro calcolo e non filtrata dalle nostre emozioni. Queste sono però per lo più inconsapevoli, e proprio tale opacità dell’influenza emozionale ci rende particolarmente vulnerabili.

Gli autori ritengono possibile formulare ipotesi interpretative relativamente al comportamento degli agenti economici nel campo della finanza e, sebbene non affrontino direttamente il tema dei mercati finanziari, questi sono un territorio fertile per analizzare le anomalie della razionalità, come mettono in luce gli studi di finanza comportamentale.

L’economia finanziaria da diverso tempo ha un interesse verso le tematiche psicologiche, ad esempio verso gli errori euristici (metodi di approccio alla soluzione dei problemi che non seguono un chiaro percorso, ma che si affidano all’intuito e allo stato temporaneo delle circostanze) che influenzano il comportamento degli investitori. Risulta senza dubbio centrale il tema della diffusione delle informazioni, ma la questione non è solo la loro limitatezza o imprecisione, è anche la deformazione cui sono soggette.

Il principio che giustifica l’esistenza di euristiche è quello secondo cui il sistema cognitivo umano è un sistema a risorse limitate che, non potendo risolvere problemi tramite processi algoritmici, fa uso di euristiche come efficienti strategie per semplificare decisioni e problemi.
In altre parole all’incertezza e alla complessità si reagisce con la semplicità. Da qui le euristiche: metodi semplici di decisione. Le euristiche funzionano correttamente nella maggior parte delle circostanza quotidiane, anche per esigenza di semplificare le scelte, ma in certi casi possono portare a errori. Ad esempio possiamo citare l’euristica dell’ancoraggio che ci porta a stimare la probabilità di un evento in rapporto ad un termine di paragone. Nello stesso modo stimiamo i risultati attesi da un certo investimento.

Risulta molto interessante capire come avviene l’elaborazione mentale degli avvenimenti passati, per ragionare sulle scelte future, come illustra Franchi; “una delle tante trappole della mente è che dopo un accadimento riusciamo a costruire i nessi causali che consentono di prevederlo. I nessi causali ci sembrano chiari ex post. Analogamente siamo portati a condividere una spiegazione e a pensare di averla sempre saputa dopo che questa ci viene portata, ma si tratta di un’illusione perché tale chiarezza è solo apparente”.

Sebbene in apparenza possa non risultare pertinente con gli obiettivi di gestione del portafoglio, per gli investitori risulta fondamentale fermarsi a capire gli aspetti psicologici che regolano gli agenti che compongono il mercato, prendendo atto della componente a-razionale presente nella mente umana, come ben spiegato dall’opera di Franchi e Schianchi.
 

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