Donne in cerca di un Cda

C’è comunque anche un’altra conta a impegnare i parlamentari, pur con meno passione. Si tratta del quoziente donne nei consigli d’amministrazione delle società quotate in Borsa. Lella Golfo, spalleggiata da Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla camera, in appena sei mesi è riuscita portare la sua proposta di legge in commissione finanze. Il cuore dell’atto parlamentare sta in una modifica del Testo unico per la finanza che introduce l’obbligatorietà, per gli statuti delle quotate, di applicare un criterio di equilibrio tra i generi. Inevitabili le battute alla buvette sulla quota da preservare ai trans. Luxuria, ex-parlamentare, è stata invocata varie volte in questa circostanza. Ma Lella Golfo, affiancata da Barbara Saltamartini, Pdl come lei, non demorde. Con appena il 4% di donne nei cda, contro una media europea dell’11%, l’Italia è in coda alla classifica europea delle pari opportunità in questa materia. Su 466 cariche consiliari nel MIB30, soltanto undici sono ricoperte da donne. E se si considera che Marina Berlusconi siede sia nel cda di n Fininvest che in quello di Mediobanca, le amministratrici di quotate sono solo 10. Per evitare tuttavia la critica di voler imporre le quote rosa, Golfo ha aggiustato la proposta in modo da introdurre il principio dell’equilibrio, stabilendo che lo stesso viene raggiunto “quando il genere meno rappresentato all’interno dell’organo amministrativo ottiene almeno un terzo degli amministratori eletti”. E teoricamente, bisogna provvedere in fretta perché il secondo e ultimo articolo della proposta stabilisce che già dal primo rinnovo delle cariche dopo l’uscita in Gazzetta Ufficiale della norma si dovranno applicare i nuovi criteri. Domanda: quali sanzioni saranno comminate quando si registri l’inosservanza del dispositivo di legge? Il testo iniziale su questo non dà indicazioni. Ma già nella prima discussione in commissione finanze si è parlato di comma ter dell’articolo 1 che scarica sulla Consob ogni decisione. E i lobbisti sono al lavoro per cercare di evitare che l’autorità di controllo introduca sanzioni troppo fastidiose.

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