Nuova Bolla?

L’emirato ha comunicato ieri che una delle sue holding finanziarie, Dubai World, ha chiesto una moratoria di sei mesi alle banche cercando così di congelare temporaneamente i propri debiti, che sembrano ammontare a circa 60 miliardi di dollari.

La cifra, se considerata all’interno della crisi globale, risulta essere preoccupante ma fino ad un certo punto; il fatto che invece tale notizia arrivi da uno dei centri più ricchi del mondo ha destabilizzato i mercati che si sono rifugiati in una corsa alle vendite, che ha fatto registrare perdite di oltre 3 punti percentuali su tutti i listini europei e che ha trascinato con sè anche il Nikkei.

Scelta quantomeno intelligente quella di dare comunicazione di quello che è stato percepito come un nuovo “rischio default” durante il giorno del Thanksgiving americano: ieri Wall Street era chiusa causa tacchino, ed il fatto che oggi sia un venerdì la vedrà a mezz’opera. La sostanza non cambia, non vediamo possibilità che le borse salgano, ma almeno l’effetto panico iniziale (ricordatevi sempre un motto di molti addetti ai lavori “Don’t panic, but if you panic, be the first”) è stato evitato.

Il presidente del comitato fiscale supremo, Ahmed Ben Said Al Maktoum, ha rilasciato un comunicato teso a rassicurare i mercati nel quale ha dichiarato: “Comprendiamo le preoccupazioni dei mercati e dei creditori in particolare, tuttavia siamo dovuti intervenire per la necessità di intraprendere un’azione decisiva per far fronte al fardello del debito”.

Gli effetti sul mercato dei cambi non hanno tardato a mostrarsi e basta osservare qualsiasi grafico per accorgersene. Il dollaro resta debole ma recupera contro tutto e lo yen rispolvera alla grande il suo status di valuta rifugio. E fino a che non arriveranno notizie certe e calmieranti, la strada è questa.

EurUsd – grafico 60 min

È durata davvero poco l’euforia degli operatori per la fuoriuscita dei prezzi dai range mantenuti da settimane…

Cominciamo dal cambio più osservato di sempre, l’eurodollaro, dove troviamo un ritorno dei prezzi sui livelli ante rottura del 24 novembre. Se osserviamo un grafico con candele orarie, è possibile apprezzare 1.4890 come possibile punto di arrivo dei prezzi (supporto) e se questo dovesse tenere potremmo assistere alla creazione di una figura “testa spalle” ed un ritorno dei prezzi verso 1.50 figura.

Lo scenario ha bisogno di conferme, quindi prima di tutto è da osservare la tenuta dell’eventuale “neckline”.

Molto più forte invece il movimento di rottura del supporto di 87.20, ovviamente stiamo parlando del cambio UsdJpy. La tendenza continua ad essere pesantemente ribassista con un obiettivo, 80 figura, non così lontano se dovesse continuare la tendenza negativa del mercato azionario globale. È distante ora la trendline superiore che potrebbe dare un segnale deciso di cambiamento del trend: transita per le prossime ore nei pressi di 89 figura.

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