Draghi – La Mafia infesta gli enti del Sud

Nel mezzogiorno d’Italia le organizzazioni criminali sono radicate negli enti locali. A lanciare l’allarme è Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia. Nel corso di  un convegno sul Sud tenutosi a Palazzo Koch, Draghi ha lanciato l’allarme: “La criminalità infiltra le pubbliche amministrazioni”, ha affermato, “da lungo tempo ci sono risultati economici deludenti, col divario di Pil pro capite rispetto al Centronord che è rimasto sostanzialmente immutato per trent’anni. Per questo occorre cambiare prospettiva”, invita, “è necessario investire in applicazione, piuttosto che in sussidi”.
Il discorso di Draghi si concentrava infatti sullo stato di arretratezza in cui verte il Sud: ”Ci vive un terzo degli italiani, produce un quarto del prodotto nazionale lordo; rimane il territorio arretrato più esteso e più popoloso dell’area euro”, rivela il governatore. “Il processo di cambiamento è troppo lento”, continua, “e mentre le altre regioni europee in ritardo di sviluppo tendono a convergere verso la media dell’area, il Mezzogiorno non recupera terreno”.
Le sue parole sono confermate dai dati, infatti nel 2008 la contrazione del Pil meridionale è stata più severa di quella del Centro Nord: -1,4% contro -0,9%.

Il governatore fa riferimento a “scarti allarmanti di qualità” tra il Centronord e il Sud, sia per quanto riguarda i servizi essenziali, come l’istruzione, la giustizia civile, la sanità, gli asili, l’assistenza sociale, i trasporti, la gestione dei rifiuti e la distribuzione idrica, sia per quanto inerente le imprese.
Non mancano riferimenti alle banche, dove però la situazione risulta meno difficoltosa, secondo il governatore infatti “non esistono marcate divergenze nell’andamento del credito bancario tra il Centro Nord e il Mezzogiorno. Con al crisi i prestiti alle famiglie hanno rallentato fortemente in entrambe le aree territoriali, continuando tuttavia a crescere di più al Sud. I prestiti alle imprese e il costo del credito hanno avuto, pur partendo da livelli diversi, dinamiche simili nelle due aree”, ha affermato.

Draghi insiste invece sul peso del crimine, che “grava su ampie parti del nostro Sud. Essa infiltra le pubbliche amministrazioni, inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile. Questo perché alla radice dei problemi stanno la carenza di fiducia tra cittadini e istituzioni, la scarsa attenzione al rispetto delle norme, l’insufficiente controllo degli elettori verso gli eletti, il debole spirito di cooperazione: è carente il capitale sociale”, sostiene il governatore.
L’intervento si è chiuso con una prospettiva di soluzione: “Occorre investire in applicazione, piuttosto che in sussidi. Tradurre questa impostazione in atti concreti di governo non è facile”, riconosce, “ma i sussidi alle imprese sono stati generalmente inefficaci, non è pertanto dai sussidi che può venire uno sviluppo durevole delle attività produttive”, conclude.
Al convegno ha preso parte anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, dopo l’intervento del governatore di Bankitalia, ha commentato: “Tutte le parti del paese, anche il Nord, hanno bisogno che il Mezzogiorno si sviluppi, se vogliamo un recupero e il rilancio dell’economia italiana nel suo complesso”, ha sostenuto, “È una crescita che va sostenuta nell’avvenire”.

 

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