Scudo – Lussemburgo, il Paese da 15 miliardi di euro

La cifra è compresa tra i 10 e i 15 miliardi di euro, ed è l’ammontare totale che potrebbe rientrare in Italia attraverso lo Scudo-ter dal Lussemburgo.
Questa stima, di origine bancaria e diffusa dall’Agenzia delle Entrate, le fiamme Gialle e in collaborazione con l’Aipb (associazione italiana private banking), è stata elaborata basandosi sulla grande popolarità del Granducato come meta per l’espatrio di capitali in fuga nel corso degli anni passati. Le condizioni di fiscalità favorevole l’hanno infatti resa meta ambita, tanto che si crede vi siano ben 86 miliardi di capitali italiani sul totale dei 300 detenuti all’estero. Questo fa quindi del Lussemburgo il secondo paese dopo la Svizzera con il più alto numero di capitali interessati da emersione tramite scudo-ter, in teoria.

In questo caso la teoria sembra però combaciare con la pratica, in quanto, sommando i risultati delle due edizioni precedenti dello scudo (2001 e 2003), i capitali in fase di rientro risultano in linea con i risultati ottenuti.
Per le casse italiane un flusso tale comporterebbe il gettito di una cifra compresa tra i 500 e i 750 milioni di euro, quindi una parte rilevante dei 4 miliardi preventivati dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Nel corso delle scorse settimane Bankitalia ha inviato delle missive ai 14 principali gruppi bancari italiani per suggerire loro la chiusura di tutti gli sportelli situati nei centri off-shore compreso il Lussemburgo, dove potrebbero perciò chiudere i battenti sportelli di Banco Popolare, Banca Sella, UbiBanca, Fideuram, Unicredit Luxembourg e Unicredit International Bank.

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