Dubitiamo fortemente di ciò, resta il fatto che durante la sessione asiatica lo yen ha mollato il colpo contro il dollaro americano, e nel momento in cui scriviamo ci si trova a 87.00 dopo aver toccato anche 87.53.
Ieri, nel nostro report, avevamo ipotizzato possibili preoccupazioni della BoJ relativamente alla recente forza della valuta nipponica e un’ora dopo sono arrivate le prime notizie secondo cui la possibilità di intervento (ossia di vendite di yen) non era impossibile. Non ci sono stati interventi ma UsdJpy ha trovato un po’ di respiro grazie alle borse che hanno chiuso in territorio ampiamente positivo con un Nikkei a +2.43%.
Le borse europee negative e quelle americane leggermente positive, ma molto volatili (sono passate più volte dallo zero durante le contrattazioni di ieri), ci testimoniano il fatto che c’è ancora confusione circa la “nuova crisi”.
Il sentiment che si sta facendo strada maggiormente è quello secondo cui in linea di massima tutto sarebbe sotto controllo, con la Banca Centrale dei 7 emirati a fare da chioccia ed il vicino Abu Dhabi pronto a non lasciare andare a fondo il cugino Dubai. Resta il problema relativo alle garanzie del rimborso dei 3,5 miliardi di dollari in scadenza a metà dicembre: qual è la strada più corretta?
Lasciare che i detentori dei bond prendano uno scoppolone oppure cercare di evitare una nuova crisi di fiducia che partirebbe dal medio oriente? Peccato che Nostradamus non abbia proferito verbo a riguardo.
Intanto c’è anche chi continua ad andare per la propria strada e che stanotte ha alzato nuovamente i tassi di interesse di riferimento per il sistema bancario.
Stiamo parlando dell’Australia che li ha portati dal precedente 3.5% all’attuale 3.75%, ma le reazioni a livello di mercato fx non si sono fatte vedere, basti guardare AudUsd che, contrariamente a quanto mostrato le volte precedenti, è sceso.
Pericolo dunque di alta volatilità e di movimenti – a livello di equilibri di medio periodo – assenti.
UsdJpy – grafico 240 min
Passiamo all’analisi tecnica dove non cambia di molto la situazione sul cambio eurodollaro. Nell’immediato possiamo ipotizzare che il cambio possa trovare difficoltà nel superare i livelli di 1.5050 (come si evince da un grafico orario tracciando la trendline discendente dal massimo di 1.5140) e successivamente 1.5080, livello di massimo durante la giornata di ieri. I supporti si trovano invece ad 1.4980 e, il più noto ed importante, a 1.4820.
La ripresa del dollaro, nei confronti dello yen, nella notte ha riportato i prezzi prossimi ad un importante livello. Ricorderete il supporto di 87.20, diventato poi area di resistenza. Un’ulteriore ripresa al di sopra di questo livello in giornata porrebbe le basi per un ritorno dei prezzi verso la resistenza chiave. Questa si trova poco al di sotto di 89 figura, è suggerita dalla trendline discendente dal massimo relativo di 92.30, e un’eventuale superamento riaprirebbe la strada ad una ripresa definitiva del dollaro.
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