Riparte il rischio

Il rischio riparte con la sua corsa e ci troviamo con mercati stock tutti positivi, Europa a +2.5%, Usa a +1.30% e Asia che nel momento in cui si scrive è a +0.38%. Oro e petrolio continuano a vivere nel loro mondo di bambagia, con il primo che ha superato abbondantemente la quota di 1.200 dollari all’oncia ed il secondo sempre nei pressi di 80 dollari al barile. Le commodities dunque continuano indisturbate a macinare rendimenti e le valute legate a loro rialzano la testa e ripartono, a ben vedere neanche poi così piano.

Cosa aspettarsi dunque da questo mese di dicembre? Tipicamente, l’ultimo mese dell’anno è sempre stato caratterizzato da eccessi, da una sorta di “tutto o niente” che vuole questo mese come foriero di moltissima volatilità (che andrebbe a spostare gli equilibri di medio periodo in pochi giorni), ovvero di una calma snervante che si trasforma soltanto in attesa di vedere scritto 31 sul calendario per ripartire pieni di speranza l’anno successivo.

Noi, allo stato dell’arte attuale, non siamo ancora in grado di dare un giudizio a riguardo, ma possiamo dire che la bussola verrà guidata ancora dalla fiducia (o meglio paura) che sta caratterizzando i mercati e che nemmeno l’anno nuovo riuscirà a far tornare i dati macroeconomici i veri driver del mercato (si ristabilirebbe il legame mercati-economia reale).

Restando in tema, ieri è stato pubblicato il PMI manifatturiero per l’area euro, uscito a 51.2, sostanzialmente in linea con le aspettative, l’ISM manifatturiero americano relativo al mese di novembre uscito a 53.6, inferiore rispetto sia alle aspettative – 55.0 – che al precedente – 55.7. Oggi sarà interessante vedere a che livello si posizionerà l’ADP (attese di -150k contro i -203k precedenti) e cosa diranno i diversi distretti americani nel Beige Book.

UsdJpy – grafico 60 min

Arriviamo all’analisi tecnica dove ci rendiamo conto come continui, lentamente ma secondo i piani la salita dell’euro. Siamo molto prossimi alla fondamentale resistenza di 1.5140, mentre ci troviamo più distanti dal primo vero supporto che si trova a 1.4960 (che poi è il minimo toccato dal cambio negli ultimi tre giorni di scambi).

Siamo molto prossimi ad un livello importante, come dicevamo anche ieri, sul cambio UsdJpy.

La vicinanza della resistenza di 87.20 sembra aver rallentato la ripresa di due giorni fa, che sembrava poter raggiungere 88 figura in un lampo. Il primo supporto è individuabile tramite un grafico orario, tracciando la trendline dal minimo raggiunto il 26 novembre a 84.80 congiungente poi i minimi crescenti degli ultimi giorni: così facendo si ottiene il livello di 86.70.

Una successiva zona di congestione che potrebbe essere in grado di fermare una nuova spinta rialzista di yen è data da 86 figura. Non ci stancheremo di dirlo che per considerare fuori pericolo  “ulteriore discesa”, il cambio debba riportarsi al di sopra della trendline giornaliera che transita per le prossime ore a 88.75.

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