L’Oracolo – Gli sceriffi della Goldman

Strane visioni dal mondo. Forse tutti noi almeno una volta nella vita avremmo voluto aggredire rabbiosamente a morsi, calci e pugni il povero sportellista della banca che ci ha messo 92 minuti per effettuare un bonifico, o di sbattere con forza la testa di quel dipendente che alle 16.01 vi ha chiuso la porta della banca in faccia sussurrano con un ghigno “siamo chiusi”.

Ma questo caso è diverso. Questa volta sono tutti i contribuenti americani ad essere in collera nera con i dipendenti della Goldman Sachs, che si intascano i soldi dei contribuenti.
No, non hanno fatto nessuna truffa né frodato alcuna vecchietta rubandole la pensione; a mettergli i soldi in tasca è stato il Governo.
Si, è sempre colpa del Governo!

Gli istituti di credito in Usa, dopo il crollo del 2008 e tutti i fondi emessi dal Tesoro per sostenere l’economia, già non godono dell’affetto del popolo americano, ma a rinvigorire l’odio della gente comune verso le banche, in particolare verso la Goldman e i suoi dipendenti, è stata l’elargizione delle tasse dei contribuenti americani come bonus aziendali a beneficio dei dipendenti della banca.
L’ondata di polemiche è stata immediata e la collera pubblica si è scatenata lesta e immediata come un incendio che divampa in un fienile.

I dipendenti della Goldman, con i soldi ottenuti dai bonus, hanno deciso allora di comprarsi delle armi per la difesa personale cosicché, nel caso in cui una folla inferocita armata di fiaccole e forconi decidesse di assediare la sede dell’istituto di credito chiedendo indietro i propri soldi, i dipendenti potranno (come bravi sceriffi del far west) difendere la banca a suon di pistolettate o affrontare con i revolver in mano i rissosi che premono sulla soglia, come in una delle migliori scene di Wyatt Earp.

Forse sono gli americani che esagerano con il loro proverbiale amore per il signor Colt (Dio ha fatto gli uomini diversi, Samuel Colt li ha resi uguali), ma certo è un caso esemplificativo del perché gli Usa detengano il tasso più alto delle morti per ferita d’arma da fuoco.

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