Corregge il rischio

Commodities in pausa, con petrolio ed oro a 73 e 1.130 e mercato valutario che reagisce in relazione ai movimenti stock e all’ultimo dato sui NFP.

Dal discorso tenuto da Ben Bernanke di fronte all’Economic Club di Washington ci arrivano dichiarazioni che non sorprendono il mercato, o meglio che sorprendono in negativo chi si aspettava qualche spunto più “spinto”. Il succo del discorso è questo: ci sono segnali di ripresa incoraggianti, ma non siamo ancora giunti al momento di poter parlare di ripresa che si può autosostenere. Ergo, tassi bassi ancora per un periodo di tempo esteso, giù la testa e lavorare: iniziano a vedersi delle luci in fondo al tunnel e le probabilità che siano quelle del sole anzichè quelle di un treno che ci sta venendo incontro sono maggiori.

Ieri la Banca Centrale del Canada ha mantenuto invariato il livello dei tassi d’interesse al livello più basso di sempre, lo 0,25%, lasciando intendere che tale livello potrebbe essere mantenuto fino al secondo trimestre del 2010.

Oggi è il turno della più trasparente degli ultimi tempi, la Banca Centrale Neozelandese (che probabilmente non ritoccherà il livello del refi rate e domani toccherà a Svizzera (che ultimamente è intervenuta per indebolire il franco con ingenti vendite sul mercato, probabile dunque che si evitino parole a riguardo) e a Inghilterra, che dopo aver aumentato le mosse di QE lo scorso mese, potrebbe fermarsi e non fare nulla.

Relazione EurUsd – UsdChf

Il movimento di tutta la giornata di ieri, parlando di eurodollaro, non ha fatto altro che confermare l’idea di un cambiamento tecnico di fondo. Successivamente al ri-test di quello che è stato un livello di supporto per mesi, il cambio ha incominciato una discesa che pare ora indirizzata al raggiungimento del primo livello di supporto di 1.4620 (ricordiamo, livello minimo di inizio novembre e coincidente perfettamente con la media mobile esponenziale a 100 periodi, non più testata dai prezzi dal lontano 29 aprile scorso). Il livello di resistenza, successivo ad un’inversione di questo scenario, si trova nell’immediato a 1.4750 e, più distante e maggiormente significativo, nei pressi dell’area di congestione a 1.4870-80.

Netta inversione anche del dollaro yen, che sembra voler tentare di riportarsi all’interno del canale discendente, iniziato a 92.30 ed indirizzato ad un rapido rafforzamento di yen. Per rientrare in questa tendenza, dopo una divagazione di tre giorni, i prezzi dovrebbero scendere al di sotto del livello di supporto di 88 figura.

È arrivato alla fine, il cable, al tanto atteso supporto di 1.6250: questo è il minimo del cambio degli ultimi due mesi, testato almeno quattro volte e da questo potrebbe dipendere un ulteriore indebolimento della sterlina sino al minimo di 1.5720. Attenzione quindi ad un’eventuale rottura ribassista, con inevitabile accelerazione a causa di stop cautelativi di posizioni lunghe di cable al di sotto del minimo relativo.

Con le premesse sopra descritte è inevitabile notare una tendenza di inversione della sterlina nei confronti dello yen. Dal massimo di 149.08 di venerdì, il cambio ha lasciato sul terreno 600 punti, con tutta l’intenzione, almeno grafica, di poter arrivare nuovamente al supporto che tanto si è rivelato efficace due settimane fa: stiamo parlando del “triplo minimo” di 139.40-60. Un grafico giornaliero suggerisce che per fuoriuscire da questa tendenza ribassista, il cambio dovrebbe superare un’area prossima a 147.80.

Speculare, chiaramente, la configurazione del cambio UsdChf rispetto all’eurodollaro. In questo caso i prezzi sembrano essersi allontanati anche dalla resistenza di 1.02 figura con l’intenzione di giungere al massimo del 3 novembre scorso a 1.0335, guarda caso livello perfettamente coincidente con la media mobile esponenziale a 100 periodi (l’ultima volta toccata il 28 aprile scorso).
Niente di nuovo, come da oramai mesi, sul “cambio fisso del Vecchio Continente”. Siamo a 1.51 figura con escursioni giornaliere che non superano i 25 punti. L’analisi tecnica non può nulla contro la volontà di una Banca Centrale… teniamo sempre a mente però i livelli di 1.5010, 1.5180 e 1.5230.

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