Bolle al varco

Bolle al varco. Dopo quelle che hanno coinvolto le tlc, gli immobiliari e, recentemente, le quotazioni dei futures sul barile, quali bolle ci attendono? Il Sole24ore.com ipotizza alcuni possibili futuri scenari.

A costituire una “new bubble” è, secondo Jim Rogers, investitore di lungo corso a Wall Street, il mercato delle obbligazioni governative americane. I prezzi sono infatti troppo alti e i rendimenti troppo bassi, lasciando pensare allo “zampino” di qualche speculatore che li ha messi nel mirino mantenendo le quotazioni elevate. Ora, una volta che i tassi di interesse cominceranno a crescere, grazie anche alla ripresa dell’inflazione, chi avrà investito in bond comincerà a vendere (poiché il rendimento attuale è in previsione troppo basso), affossando così i prezzi delle obbligazioni e lasciando i cassettisti con ben poca carta in mano.

Un altro spauracchio è rappresentato dall’oro. Il metallo giallo ha recentemente superato la “soglia” psicologica dei 1000 dollari l’oncia. Eppure, secondo Mark Faber, altro strategist degli investimenti, dopo il recente rally sul lingotto ci potranno essere delle correzioni, ma non una picchiata dei prezzi. Quanto alla Cina, secondo Alessandro Fugnoli, di Abax Bank, la “casa delle bolle” per eccellenza fa meno paura di prima. A cambiare è infatti lo scenario macro: il surplus della bilancia commerciale cinese da una parte e i bassi tassi di interesse dall’altra hanno dato il via a forti investimenti in asset americani da parte del dragone. Lo scenario è però cambiato: le esportazioni sono calate e il costo del denaro crescerà, limitando così “il potenziale speculativo della Cina a livello di sistema”.

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