2010: l’Occidente striscia, gli emergenti galoppano

L’outlook economico dei paesi occidentali è legato alla velocità di risanamento dei bilanci.
Nelle economie emergenti, infatti, la debole domanda di esportazioni accelera il passaggio verso una crescita orientata ai consumi interni, ma il sentiero intrapreso è quello della solida crescita, mentre i paesi occidentali sviluppati vedranno un 2010 caratterizzato da una ripresa lenta e graduale. Questa è la previsione di John Greenwood, Chief Economist di Invesco.
In una prospettiva di investimento, Greenwood si aspetta che il perdurante contesto di bassi tassi di interesse, crescita economica moderata e ridotta inflazione crei uno scenario favorevole per il reddito fisso e i titoli azionari, tuttavia ritiene che la progressione dei mercati azionari non sarà dinamica come nel periodo compreso tra marzo e luglio 2009.

Secondo Greenwood, per le economie occidentali sviluppate la questione fondamentale è se la ripresa economica delle famiglie e del settore privato sarà abbastanza vigorosa da consentire alle autorità di iniziare a ritirare le misure eccezionali di stimolo senza causare una nuova ondata di debolezza congiunturale. Per il momento le iniezioni di liquidità delle banche centrali non hanno ancora raggiunto le famiglie e le imprese, in quanto le banche sono restie a concedere prestiti e i mutuatari non vogliono accollarsi nuovi debiti. Poiché il risanamento dei bilanci è un processo inevitabilmente lento, ci vorrà del tempo prima che l’economia globale riacquisti il vigore che aveva prima della crisi creditizia del 2007-2008. La ripresa del settore privato rimane fragile e legata alle decisioni del governo.

Nelle economie emergent invecei, dove la crescita non risulta ostacolata dai livelli di indebitamento che frenano l’espansione delle economie sviluppate, la ripresa continuerà nel corso del prossimo anno. Nei paesi asiatici le politiche monetarie e fiscali si sono rivelate assai più efficaci perché le economie locali non sono soffocate dall’indebitamento, mentre la debolezza dei partner commerciali occidentali sta velocizzando il passaggio verso un’economia maggiormente orientata all’espansione dei consumi interni.

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