Arriva la BCE

L’euro ha scontato un minimo di immobilismo (oramai consono del buon Trichet) ritirando parte dell’aggressività che ieri aveva mostrato e che ha quasi portato al break out dal 38% del ritracciamento da 1,5150 a 1,4250. In effetti il mercato non si aspetta modifiche ai tassi di interesse ufficiali per oggi, ma starà ben attento alle condizioni congiunturali e alle parole che verranno spese sulla questione fiscale dell’Eurozona (leggi: Grecia).

La sostenibilità della Grecia è una questione sensibile, che altri banchieri centrali probabilmente eviterebbero; ma la nostra BCE è giovane e, a volte, mostra più polso di quanto non venga mostrato da altre banche centrali.

Poi diciamola tutta: il caso della Grecia può essere utilizzato come “richiamo” ai paesi membri, che per stimolare l’economia somigliavano più a consumatori durante la stagione dei saldi piuttosto che a governi attenti al proprio debito pubblico. Se ci saranno parole dure da parte di Trichet sul fronte fiscale, aspettiamoci discese nel cambio eurodollaro.

Per quanto concerne i dati macro, non si trova un sostegno a favore di “exit strategy” o decisioni sui tassi. Il fulcro di tutto rimane comunque la disoccupazione, che nel’Area Euro ha raggiunto il massimo storico di 10% (medesimo livello degli States). Rimane vero che gradualmente la BCE sta ritirando il capitale in circolazione, ed il termine di questo programma dovrebbe essere verso fine marzo 2010. Rimane la questione Grecia: se  la Grecia arrivasse all’insolvenza sul debito, cosa farà la BCE?

Attenzione oggi anche ai dati in uscita: alle 8 arriva il CPI della Germania, alle 11 arriva la produzione industriale dell’Eurozona, mentre nel pomeriggio abbiamo le vendite al dettaglio US nonché i Jobless Claims ed i prezzi all’importazione. Una giornata ricca, piena di opportunità, da sfruttare con criterio.

EurUsd– Grafico 60 minuti

Passiamo all’analisi tecnica, dove un grafico orario non lascia molto spazio ad interpretazioni sulle sorti della moneta unica nel medio periodo.

È molto evidente infatti come la ripresa sia mantenuta tale dal livello di supporto di 1.4450 e sino a che questo non sarà oltrepassato nuovamente a ribasso avremo una salita. Sino  a dove questa potrà arrivare è di più difficile intuizione: cominciamo con il considerare valido il livello di resistenza di 1.4590 (massimo del 16 dicembre scorso, da cui è ricominciata la tendenza ribassista dopo un breve arresto), ipotizzando poi altri due livelli di Fibonacci, 1.4680 e 1.4790.

Il dollaro yen si muove ancora all’interno di uno schema preciso. Dopo il test di 90.80 di due giorni fa possiamo considerare il cambio in una tendenza nuovamente rialzista. 93.30 è il punto da abbattere, oltre al quale le percentuali di Fibonacci suggeriscono 95.10.

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