I municipal bonds americani aprono le danze del nuovo anno

di Paolo Brambilla

La prima è costituita dall’annuncio dell’Agenzia di rating Fitch nei riguardi dei Governi di Francia e Gran Bretagna: l’Agenzia non intende mantenere la valutazione AAA per le emissioni governative di questi due Stati a meno che non vengano chiarite al più presto le politiche finanziarie intraprese. Ovvio che questa riduzione di rating, se si dovesse verificare, influirà pesantemente sui tassi che i due Governi dovranno applicare nel 2010 alle nuove emissioni. La seconda novità ha riguardato gli Stati Uniti: numerosi Stati che li compongono intendono dar vita a una nuova iniziativa per collocare i loro prestiti obbligazionari (fra i quali i cosiddetti Municipal Bonds). A partire già dall’ultima settimana dell’anno alcuni prestiti emessi dall’Illinois, cui faranno presto seguito, pare, lo Stato di New York e la California, verranno collocati anche sui mercati europei. Non è cosa da poco, se si considera che tali prestiti sono sì tassati, ma fruiscono delle facilitazioni previste dal programma federale Build America Bonds. Meno scalpore crea invece la notizia, ampiamente prevista, che la Banca d’Inghilterra riprenderà dall’8 gennaio a vendere sul mercato i titoli che aveva dovuto acquistare per sostenere le banche nazionali, ma al contempo si riserva di emettere in contemporanea anche nuovi titoli governativi. Forse fa bene Fitch a chiedersi come farà a cavarsela il Governo britannico nel 2010. Per quanto riguarda le nuove emissioni obbligazionarie internazionali, come già accennato all’inizio, questa settimana non ci sono grandi novità. Per gli amanti del lusso, dello champagne e di tutto ciò che è di moda segnaliamo un’ottima emissione della Financière Agache, la holding di LVMH, che rappresenta, fra gli altri, marchi indimenticabili come Christian Dior, Veuve Clicquot, Moet & Chandon e Dom Perignon.
La finanziaria francese propone un prestito con scadenza 2015 e tasso del 5,125% in euro. Poiché il prezzo di emissione è di 101,875, il rendimento attualizzato è del 4,70%, comunque di tutto rispetto. Anche in questo caso, come in molti altri presentati nelle settimane scorse, non c’è un rating. Ma l’investitore può ritenere che il comparto del lusso dia di per sé garanzie sufficienti, anche in un momento di crisi generale come quello attuale. Gli altri prestiti in euro della settimana si concentrano su scadenze brevi (2012) e offrono interessi risibili, dallo 0,58 della tripla A di CFF ai risicati 1,77% della Deutsche Pfandbriefbank che può vantare solo una BBB. Non ne vale la pena. Anche le emissioni in dollari americani sono deludenti. Per ottenere uno scarso 2,15% di rendimento da Citigroup Funding con scadenza 2015 bisognerebbe accettare un taglio minimo di un milione di dollari. Non credo che sia una cifra facile da reperire sul mercato retail. Forse ci si potrebbe accontentare del 6,66% scadenza 2015 in dollari australiani proposto da Fortis, visto che il gruppo olandese-belga si sta riprendendo bene, ma naturalmente il rischio cambio può giocare brutti scherzi. A questo punto, vista la non brillante proposta dei mercati obbligazionari, non resta che attendere migliori opportunità all’inizio del 2010. Buon anno, e buona fortuna, a tutti.

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