Sangue freddo

La reazione del greenback in effetti non s’è vista. In realtà s’è vista una vendita di dollari dappertutto tranne contro euro (siamo tornati nell’angusto corridoio delimitato da 1,4450 e 1,4250) e franco svizzero (e questo non ci deve sorprendere: EurUsd e UsdChf di solito si muovono in maniera inversa con un’altissima correlazione).

Sveliamo anche una “chicca” del nostro mercato: quando si tratta di dati USA, la reazione più logica arriva dal UsdJpy e ieri questa tendenza s’è confermata. Il UsdJpy ha perso 60 pip dopo il dato e più tardi ha macinato ancora 40 pip di discesa. Questo in contrapposizione ad un EurUsd fermo. Comunque la discesa nel UsdJpy non va ancora presa come un segnale di avversione al rischio: guardando all’equity, alla mancanza di reazione dall’oro, possiamo dedurre che l’ottimismo regna.

Probabilmente coloro che necessitano della linfa vitale del circuito del credito sono contenti perché senza la spesa dei consumatori non c’è motivo per alzare i tassi di interesse: free money ancora per qualche tempo dunque. Oggi di dati USA siamo pieni: CPI, Empire State, Produzione Industriale e Michigan Consumer Confidence: tante opportunità in arrivo.  Ah, ieri c’era anche la BCE con l’intervista a Trichet… meglio spendere qualche parola anche su questo fatto.

Trichet è stato molto cauto, utilizzando un linguaggio degno dei migliori Grinder e Bandler (i padri della Neuro Linguistic Programming: il parlare persuasivo) che ha calmato i mercati. I tassi sono ancora appropriati, ed il Pil dell’EuroZona potrebbe oscillare durante questa ripresa. Dunque la BCE si manterrà cauta.

Per quanto concerne infine la Grecia, il commento “ovvio” è stato “non devono aspettarsi alcun salvataggio da parte nostra, nonostante le loro tragiche condizioni”. Passiamo alla consueta analisi tecnica.

GbpUsd– Grafico 60 minuti

Ennesima inversione per l’euro, che non è riuscito a mantenersi stabilmente al di sopra del supporto di 1.4450 ed oltrepassare il primo livello chiave di Fibonacci (ricorderete 1.4580). Ora i prezzi hanno spazio di discesa sino a 1.4290: livello suggerito dalla trendline inferiore congiungente i minimi dal 21 dicembre scorso.

Il cambio UsdJpy si trova molto vicino al supporto chiave di 90.80, già testato due volte e da cui ci si attendeva uno spunto di risalita maggiore. Attenzione ad un’eventuale rottura ribassista.

Continua il momento favorevole alla moneta di Sua Maestà. Il cable, come è evidente osservando un grafico orario, sta continuando la tendenza rialzista iniziata ad inizio di settimana scorsa : questa fornisce, per oggi,  un obiettivo ambizioso a 1.6410, casualmente coincidente con il massimo relativo di riferimento (del 16 dicembre). Dato il posizionamento degli oscillatori stocastici, sia di lungo, sia di breve in posizione di ipercomprato, raggiunto questo livello ci si potrà attendere una fase di storno.

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