Una stagione di rialzi

…i mercati durante questo nuovo anno, ma nel frattempo gli operatori devono cercare di anticipare le mosse dei mercati finanziari e quindi si affidano alle previsioni degli analisti. Dalla maggior parte dei reports e delle analisi dei principali analyst managers arrivano comunque delle notizie confortanti. Si scommette su un 2010 votato al rialzo, almeno per quanto riguarda i mercati azionari. Si punta molto sulle piazze finanziarie del Vecchio Continente e sui mercati emergenti, mentre gli Stati Uniti potrebbero affrontare maggiori difficoltà frenati a causa della fine definitiva della exit stategy. Ma attenzione a non farsi prendere troppo dall’euforia. Questo outlook è ovviamente sottoposto ad alcune condizioni per avverarsi. Prima fra tutte l’assenza di eventi particolarmente negativi che facciano crollare la fiducia degli investitori. E il mese di novembre ne è l’esempio lampante. Mentre gli indici azionari seguivano un trend rialzista che li stava riportando sui massimi dal dopo-crisi raggiunti a metà ottobre, due micro-scosse si sono verificate quasi in contemporanea ed hanno bloccato il trend, anche se momentaneamente e senza effetti troppo devastanti. Stiamo parlando della richiesta di moratoria per i debiti da parte della città-stato di Dubai, e del declassamento del merito creditizio della Grecia da parte delle maggiori agenzie di rating. Lo sbandamento è durato poco. Merito del pronto appoggio del vicino emirato di Abu Dhabi attraverso un prestito da 10 miliardi di dollari al vicino stato di Dubai, e del pronto intervento della classe politica ellenica che si è subito mossa per evitare un ripetersi di ciò che è già successo in Argentina coi Tango Bond. Ma comunque ciò che è accaduto servirà di certo da monito per far sì che il 2010 rispecchi davvero le previsioni degli analisti e ci porti definitivamente fuori dalla crisi. Le 40 società facente parti dell’indice sul risparmio gestito, il Blueindex, hanno fatto meglio di ottobre dimostrando di non aver risentito nell’ultima parte del mese delle ripercussioni dei due eventi già citati. I timori secondo cui le grandi istituzioni bancarie fossero ampiamente esposte in titoli riconducibili all’emirato arabo o allo stato greco si sono dunque rivelati infondati. Le società con performance mensili negative sono state decisamente meno rispetto al mese scorso, in cui erano la stragrande maggioranza, ma la volatilità è stata più accentuata. Si passa infatti dalla peggiore, che ancora una volta risulta essere ING, con un ribasso vicino al 30%, alla migliore, American Express, che guadagna circa il 15%.

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