Mr. Obama, siamo con te

Lo hanno attaccato in molti sulla riforma sanitaria e sulla conduzione della campagna di guerra in Afghanistan. Il mondo finanziario e WallStreet hanno cercato di screditare la sua immagine, per difendersi dai duri attacchi che l’amministrazione Usa sta sferrando al mondo del credito.
Ma il presidente Usa Barack Obama non affonda e ci sono molte autorevoli voci che, in questo periodo, stanno facendo giungere al leader degli Stati Uniti il loro sostegno.

Oltre al miliardario finanziere Soros, anche l’Ocse alza il pollice sul piano d’intervento sulle banche. “Potrebbe evitare nuove crisi, risolvendo i rischi più grossi dell’attuale finanza”, spiega l’istituto parigino, che appoggia l’idea di separare, all’interno dei grandi conglomerati finanziari, il nucleo del commercial banking da alcune attività ad alto rischio.
Inoltre l’Ocse ritiene giusto porre un freno ad ulteriori consolidamenti, perché questa manovra “potrebbe aiutare ad evitare una nuova crisi”, come afferma il segretario generale dell’organismo, Angel Gurria, che comunque osserva: “’Alcuni dettagli devono essere chiariti prima che il piano entri in vigore”.
Altra voce di sostegno giunge dalla vecchia Gran Bretagna, dove Mervyn King, governatore della Banca di Inghilterra, si avvicina alla posizioni espresse dalla Casa Bianca sulla riforma del sistema bancario.
Nel corso della sua audizione alla Commissione Tesoro del parlamento britannico, infatti, il governatore ha detto che ‘”occorre modificare la struttura delle passività delle banche. Il discorso del presidente Usa, Barack Obama, mostra che una riforma radicale è ormai in agenda”.

Di fronte alle critiche e agli attacchi degli oppositori, con particolare riferimento al duro commento dell’analista Marc Faber che, ai microfoni della Cnbc, ha avuto il coraggio di definire Bush un genio, Obama risponde a tono:
“Preferisco essere un presidente davvero buono per un mandato, piuttosto che mediocre per due”, afferma alla vigilia del Discorso sullo Stato dell’Unione, sintetizzando la sua filosofia.

Pressato dalla critiche sulla riforma sanitaria e dalla bruciante sconfitta elettorale in Massachusetts, intervistato dall’Abc, Obama ha anche escluso un innalzamento delle tasse per tutti i contribuenti che guadagnano meno di 250mila dollari:
“Posso garantire che la peggior cosa che potrei fare è  innalzare le tasse quando l’economia è ancora così debole”, ha promesso.
 

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