Occhi puntati sul summit dei G27

 Ieri il dollaro è rimasto forte per una lunga parte della giornata, tranne contro lo Yen, nonostante l’arrivo dei soccorsi tedeschi a favore della Grecia. Sono usciti anche i dati relativi al deficit di bilancio USA, che si è allargato a -40,2 Miliardi di dollari. Le esportazioni sono state, ovviamente, notevoli ma il prezzo del petrolio ha influito negativamente sulle importazioni. Ovviamente resta da valutare l’impatto sul Pil, che forse avrà un magnitudo maggiore del previsto. Ovviamente il Canada ha seguito gli USA, postando un -246 milioni di dollari canadesi. Nonostante ci siano stati dati di importanza indiscussa, l’unica grande “mover” della giornata è stata la Sterlina con l’Inflation Report. La ragione sta nel fatto che la liquidità presente sul mercato è ridotta… e i trader americani sembrano muoversi a rilento. Cosa sta succedendo? Semplicemente l’effetto “umano” sul mercato: gli Stati Uniti stanno affrontando la tempesta di neve peggiore dall’inizio del 20° secolo. Dunque l’influenza maggiore per il mercato arriverà dal Summit dell’UE sulla Grecia, che avrà l’impatto maggiore sull’appetito per il rischio nel resto della settimana e possibilmente anche nella settimana a venire. Come notizia fondamentale oggi abbiamo le vendite al dettaglio USA alle 14.30, quindi dovrebbe essere una giornata abbastanza “trendy” fino alle 14.30, dopo di cui potremmo vedere qualche montagna russa. Passiamo agli eventi del Pacific Rim, dove l’Australia continua a dimostrare la sua superiore robustezza a livello di economia. A gennaio sono stati aggiunti oltre 50k posti di lavoro, ed il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3%. Ovviamente l’Aussie ha recuperato tanto terreno, ed operativamente abbiamo diverse coppie di valute che sembrano appetibili per qualche opportunità di investimento (si guardi ad esempio EurAud verso i minimi storici o AudJpy). Dunque il mercato ha portato a rialzo l’Aussie sulla revisione della probabilità di ulteriori rialzi nei tassi di interesse ufficiali, che ora scontano una probabilità del 100% di un rialzo a maggio.

 

 

Passiamo all’analisi tecnica dove continua la volatilità sul cambio EurUsd, confermando quanto il mercato sia incerto sulle prossime mosse del cambio: continuazione della grande tendenza ribassista, oppure inizio di uno storno più ampio? Non è di facile soluzione il quesito. Per ora ci limitiamo ad indicare quali sono i livelli da tenere in considerazione per comprendere ed approfittare di una possibile evoluzione. Come supporto sarà possibile considerare il livello suggerito dalla trendline ascendente dal minimo del 5 febbraio, a 1.3587, e che congiunge i minimi crescenti, 1.37 figura. Per l’individuazione della resistenza possiamo avvalerci invece di linee statiche in quanto si tratta di due livelli di massimo e minimo visti in momenti differenti e quasi coincidenti, 1.3830. Come abbiamo suggerito ieri, il grande livello di resistenza si trova poco al di sopra di 1.41, al riparo da una giornata “normale” di trading, ma è bene essere pronti per individuare eventuali inversioni di fondo.

Vediamo invece il cambio UsdJpy, dove non sono stati registrati grossi sconvolgimenti negli ultimi giorni. In questo caso consideriamo un primo livello di supporto a 89.30 e una resistenza giornaliera posta a 90.50.

Al pari dell’eurodollaro, il cambio EurJpy si mantiene molto vicino al livello indicato da ieri come resistenza di breve, 124.50. Una rottura di questo crediamo possa portare sufficiente volatilità da riportare i prezzi al doppio massimo di 127 figura. Il supporto è rappresentato da tutta un’area di congestione passante da 122.75 sino a 123.20. 

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