Mercati altalenanti

L’EurUsd ha ripreso la sua strada a ribasso e con il dollaro che ha guadagnato terreno nei confronti dello yen giapponese.

Abbiamo assistito alla release dei dati sull’occupazione inglese, con i jobless claims usciti migliori delle aspettative a +23.5k (consensus del mercato a -10k) e con un tasso di disoccupazione a 7.8%, mentre nel pomeriggio sono stati rilasciati dati dagli Stati Uniti: prezzi all’importazione che hanno fatto registrare un +1.4% su base mensile ed un +11.5% su base annuale (rispettivamente +1% e +10.7% le attese degli analisti) ed una produzione industriale anch’esse superiore, anche se leggermante, delle attese del mercato (+0.9% vs +0.7%), per poi finire con le minute della Fed.

L’istituto centrale americano ha consolidato la sua fiducia nella ripresa economica degli Stati Uniti e ha rivisto a rialzo le stime sulla crescita dell’economia Usa nel 2010, elevando la propria previsione sul GDP in una forchetta che si posiziona tra 2.8% e 3.5%.

L’inflazione, hanno detto i membri del FOMC, rimarrà contenuta ancora per diverso tempo, mentre per quanto riguarda l’occupazione, vero problema e freno alla ripresa economica, le stime sono state modificate ad una forbice compresa tra 9.5% e 9.7%.

Il dato appare poco incoraggiante, soprattutto se consideriamo che per il 2011 si potrebbe arrivare ad un livello pari a 8.2%/8.5%. Noi sinceramente pensiamo che è giusto fare delle previsioni a breve, medio e lungo periodo, ma allo stesso tempo predichiamo prudenza, in quanto le ultime evoluzioni dell’economia e della finanza ci hanno insegnato che tutto può succedere, per di più in breve tempo.

Non ci stancheremo mai di ripetere che ora, lo spartiacque tra una ripresa graduale, lenta, vischiosa, ed una più vigorosa ed energica, è dato dalla fiducia delle imprese, che fino a quando non torneranno ad assumere massicciamente, non faranno ripartire il circolo dei consumi privati che come sappiamo, trascinerebbe tutta la catena economica e le stime, non sembrano essere così incoraggianti.

In Europa intanto rimaniamo in attesa delle prime manovre per il caso Grecia che dovrebbero avvenire il prossimo 16 marzo, quando la Commissione Europea, la BCE ed il Fondo Monetario Internazionale cominceranno ad analizzare a fondo la situazione per mettere a punto un piano di rientro.

Fino ad allora l’euro potrebbe essere ballerino.

EurUsd – grafico daily

Passiamo ora all’analisi tecnica, dove notiamo una pericolosa vicinanza dell’eurodollaro ai minimi fatti registrare la fine di settimana scorsa. Non è un mistero che ci si trovi tuttora in una tendenza negativa piuttosto accentuata e che una rottura di 1.3535 (esattamente il minimo di venerdì) possa condurre il cambio a livelli dimenticati da molti mesi. Continuiamo ad ipotizzare che il successivo si possa trovare a 1.3425, minimo del 18 maggio scorso.

Il primo vero livello di inversione, e negazione dell’idea ribassista nel breve, si trova lontano, 1.3840. Il secondo, e più importante, si trova all’incirca due figure al di sopra, intorno ad 1.40, ed è il vero punto chiave per l’inversione della tendenza di fondo (come una trendline su un grafico aiuta molto bene a comprendere, confermata da un livello a cui il cambio ha invertito la tendenza sia a ribasso sia a rialzo il 21-01 e 03-02 scorsi).

Abbiamo già visto ieri come, seppur lentamente, nel breve il cambio UsdJpy sia confinato da una trendline rialzista. Il supporto dato da questa linea si troverà oggi in area 90 figura, mentre possiamo osservare che già ieri i prezzi si sono dovuti confrontare con il massimo precedente di 91.30, disegnando una bella figura di “doppio massimo”. Impossibile non ricordare che, se il dollaro dovesse vincere la resistenza sopra descritta, ci troveremo a fare i conti con quell’area di resistenza dinamica, 92 figura, di cui parliamo da lungo tempo.

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