L’Oracolo – Stampa apocalittica

Oggi mi piacerebbe abbandonare per un solo giorno le demenzialità di cui sono portatore malsano per portare in luce un caso che il collega Luca Sofri ha avuto il buonsenso di segnalare.
Forse è una tendenza tutta italiana quella di gonfiare le cose, di creare grandi tragedie alla Mario Merola. O forse è colpa della televisione, dei film catastrofici e dei servizi di Studio Aperto in cui la smagliatura sulla coscia di una letterina assume tanta importanza quanto l’omicidio Jfk.

Tutto ha avuto inizio domenica scorsa, quando in Italia sono cominciate a giungere notizie riguardo l’esplosione in una centrale elettrica del Connecticut.
Mentre i siti americani parlavano di due vittime accertate, nelle homepage dei quotidiani italiani la storia occupava subito l’apertura principale con titoli come “Almeno 50 morti” (Repubblica), “Decine di morti e 250 feriti” (Corriere della Sera), “Strage negli USA” (La Stampa), “Si temono 50 morti” (Il Giornale).
A una settimana il bilancio definitivo è di cinque morti.

La mattina dopo, mentre i siti americani mantenevano il conto parziale dei morti a due, i titoli dei quotidiani italiani riferivano in prima pagina: “Decine di morti” (La Stampa), “È una carneficina” (Repubblica), “Decine tra morti feriti e dispersi” (Corriere della Sera).
Sarà forse il fatto che i giornalisti italiani sono amanti del sensazionalismo apocalittico, o forse della semplice evidenza che non sanno l’inglese, avendo forse fatto confusione sulla parola “casualties”.
Vada come vada, ricordate il comico Beppe Braida che principiava il suo sketch gridando “Attentato!”?
Beh, direi che il suo ritratto della stampa italiana non si distacca molto dalla realtà.

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