Attese e market movers.

Anche le borse hanno chiuso in territorio positivo, pur non essendo stato l’appetito al rischio il focus delle sessioni di ieri.

Inutile tornare a ripetere quali siano i veri market mover del momento, che fanno si che Eur e Gbp siano le vittime sacrificali ed allo stesso tempo ridanno linfa vitale al dollaro.

Meglio concentrarsi su realtà che attualmente, in mezzo a questo marasma generale, sembra abbiano le idee chiare e proseguono per la loro strada a suon di rialzi dei tassi.

Stiamo parlando della terra dei canguri, dove sono stati rialzati i tassi di 0.25 punti, portandoli così al 4%. E le attese per l’anno corrente sono di arrivare ad avere rialzi di un ulteriore punto percentuale, confermando così il buono stato di salute, rispetto alle altre maggiori economie mondiali, dell’Australia.

C’è anche da tenere in considerazione il fatto che altri Paesi sono guardati ad occhio dagli investitori di tutto il mondo, in quanto le attese vedono futuri rialzi dei tassi che andrebbero ad erodere i differenziali di tasso che al momento sembrano essere golosi.

Stiamo parlando dei due colossi Cina ed America. Come sappiamo, lavorando su mercati che vivono di aspettative e che nella stragrande maggioranza dei casi le scontano nei prezzi, se osserviamo un grafico giornaliero di AudUsd possiamo pensare che si stia formando un rounding top, che tipicamente può durare mesi e che sembra essere cominciato lo scorso ottobre, quando l’incertezza regnava sovrana (non che ora la nebbia si sia diradata completamente, ma qualche spiraglio di visibilità, che ci permette di iniziare a pensare di spegnere gli antinebbia).

Per quanto riguarda invece i dati macroeconomici rilasciati ieri, vediamo come le vendite al dettaglio australiane siano uscite migliori delle aspettative, che si attestavano a +0.5%, facendo registrare un +1.2%.

Inseriamo anche la Svizzera stamattina, con un GDP in aumento rispetto alle attese (+0.7% vs +0.4 consensus) e buttiamo lì l’idea sempre più forte che la SNB, dopo gli interventi mostrati negli ultimi mesi per tentare di contenere la forza del franco, si sia resa conto della debolezza endogena dell’euro e abbia accettato l’idea di lasciare andare il cambio EurChf in quanto, allo stato attuale dell’arte, ogni sforzo per indebolire la moneta elvetica potrebbe risultare non soltanto vano, ma controproducente (il mercato andrebbe subito a testare le reali intenzioni dell’Istituto Centrale, ricacciandogli in gola gli sforzi profusi con le vendite massicce di franchi).

UsdJpy – grafico giornaliero

Ieri mattina, passando all’analisi tecnica, abbiamo assistito a delle prove di “rottura” dell’eurodollaro. Abbiamo infatti avuto un breve scivolone del cambio oltre il supporto chiave indicato a 1.3450, salvo poi assistere, non solamente ad un ritorno nella zona sicura mantenuta da più di due settimane, ma addirittura un tentativo di oltrepassare il primo livello di resistenza di 1.3650: ancora 200 punti di range coperto in una giornata, è innegabile che l’area in cui ci troviamo trova forze contrastanti molto forti! Oltre alla resistenza indicata teniamo in considerazione l’area compresa fra 1.3690 e 1.3680, in cui troviamo rispettivamente i due massimi del 23 e del 26 febbraio scorsi.

La costante discesa del dollaro yen, come si può osservare da un grafico giornaliero, ha portato i prezzi a provare la tenuta del supporto a 88.50, livello che, se dovesse essere oltrepassato, per almeno ulteriori 100 punti non troverebbe un omologo. Come livelli di resistenza insistiamo nel dire che si possa trovare un buon livello a 89.50, mentre il più importante, per ora al sicuro, è ancora a 92 figura.

La ripresa del cable, successivamente al minimo di lunedì a 1.4780, potrebbe scontrarsi nelle prossime ore con la prima resistenza di 1.5090. La trendline infragiornaliera che congiunge i minimi crescenti  successivi allo scivolone di lunedì, suggerisce per le prossime ore un livello di supporto a 1.4950.

Rimaniamo sulla sterlina, parlando di EurGbp: il massimo di 0.9150 è ancora inviolato ma rimane di sicuro il livello di resistenza più importante per le prossime giornate. Oltre a confermare 0.8960, come supporto, aggiungiamo nell’immediato 0.9025, che, come si può notare da un grafico giornaliero, ad inizio gennaio ha rappresentato un livello importante.

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