Non confondere sintomo e causa

di Fabrizio Tedeschi

Cosa pensereste di un provvedimento che limitasse la possibilità di scommettere sul risultato di una partita di calcio solo a coloro che vi partecipano? E se vi dicessero che le quote dei bookmaker incidono sui risultati sportivi “sottostanti”? Probabilmente vi sarebbe una ribellione del popolo degli scommettitori o una risata ironica per l’insipienza della questione. Eppure circola una proposta di analogo tenore: vietare il mercato dei CDS. Le motivazioni hanno un loro fondamento: è un mercato opaco, facile a manipolarsi, determina effetti negativi sui paesi o sulle aziende che sono presi di mira, etc. Tutti aspetti con una base di verità, ma vanno visti anche gli aspetti positivi, sia ai fini del mercato sia ai fini della vigilanza. E soprattutto non bisogna confondere il sintomo con la causa. Uno stato o un’azienda non falliscono per i CDS troppo costosi, ma per tutt’altre cause. Il CDS è in qualche modo la manifestazione (il sintomo) dello stato di salute, mai la causa. È il segnalatore di una situazione latente che diverrà palese entro un tempo definito: può fare aumentare il costo del servizio del debito della entità sottostante, ma questo è insito nello strumento che ha natura di assicurazione/scommessa. Cos’è in breve un CDS? Una scommessa sul default (tecnico, non necessariamente il fallimento) di un paese o un’azienda. Se questi vanno in default, chi ha venduto il CDS, pagherà quanto ha convenuto; in caso contrario si terrà quanto ha incassato.
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