Europa divisa sull’aiuto alla Grecia

Si risolve con un nulla di fatto l’affaire Grecia. I ministri dell’economia europei chiamati a Bruxelles non sono riusciti a creare un fronte comune e e decidere sull’emanazione di un pacchetto comune di salvataggio ad Atene.

In particolare è emersa la contrarietà della Germania che ha insistito perché si adottino delle sanzioni punitive contro i paesi che non rispettano le regole del Patto di stabilità e ha sottolineato la necessità di introdurre un’eventuale espulsione dall’area euro in casi estremi. Una mossa che la Francia considera troppo dura. Le notizie di questa contrapposizione tra i paesi hanno avuto un effetto negativo sull’euro che ieri ha perso terreno nei confronti del dollaro, scendendo a 1,3641. 

Approvazione invece da parte dei Ministri dell’Economia sul piano di rigore proposto dal governo di George Papandreou. Secondo il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn “la Grecia è sulla buona strada per ridurre quest’anno del 4% il suo deficit portandolo dal 12,7% all’8,7% del PIL”. 

Tutto sommato l’accordo sembra esserci seppure restano da approfondire alcuni punti tecnici, aveva ammesso ieri al termine della riunione di Bruxelles, il presidente dei ministri di Eurolandia, Jan Claude Junker. Oggi si riunisce l’Ecofin, mentre per Atene scade il termine ultimo per la presentazione all’Ue di un calendario di misure per il rientro del bilancio nel 2010.

 

 

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