Il momento di correre ai ripari

di Patrizio Pazzaglia*

Dopo le turbolenze innescate dalla crisi di fiducia che ha investito il debito sovrano di alcuni paesi dell’eurozona, i listini azionari del Vecchio Continente sembrano, in questi giorni, aver riacquisito un sentiment positivo e un quadro tecnico incoraggiante. In particolare, il piano di austerità varato dal governo greco e il successo dell’asta sui titoli decennali ellenici, sottoscritti per un quantitativo più che triplo rispetto l’ammontare offerto, hanno rasserenato gli investitori e permesso alle borse europee di agganciare il treno di Wall Street.

La forza degli indici americani non è stata finora scalfita né dal rialzo del tasso di sconto, deliberato a sorpresa dalla Federal Reserve con un timing anticipato rispetto alle previsioni, né dal calo della fiducia dei consumatori a stelle e strisce e nemmeno dal dato deludente sul settore immobiliare con le vendite di case in corso scese del 7,6% m/m a gennaio. Sono stati al contrario accolti con favore i dati sul mercato del lavoro statunitense che, nonostante le avverse condizioni climatiche, segnalano una stabilizzazione forse propedeutica ad una fase di ripresa dell’occupazione.

Nel breve termine il favorevole andamento delle borse europee dovrebbe quindi continuare in modo da permettere loro di recuperare le perdite subite da inizio anno e l’underperformance registrata rispetto ai listini americani. Anche il monito di Jean Claude Trichet sull’incertezza che regna sul ciclo economico dell’area euro, caratterizzata da una ripresa lenta e discontinua, è interpretabile, secondo gli ottimisti, in chiave positiva perché conferma l’ipotesi di una politica di exit strategy molto graduale da parte della Banca Centrale Europea, con i tassi di interesse che rimarranno sugli attuali bassi livelli ancora a lungo. Si tratterebbe dunque di un ritorno verso uno scenario di riferimento “sereno” e privo di incognite per i mercati finanziari?

*direttore area finanza Banca Insinger

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