L’anticamera della ripresa

di Patrizio Pazzaglia

Come preventivato gli indici azionari stanno confermando la buona impostazione tecnica delle ultime settimane con il risultato di essere tornati quasi tutti vicino od oltre i massimi di inizio anno. E ciò nonostante molti squilibri finanziari rimangano ancora irrisolti e la situazione macroeconomica non evidenzia particolari segnali di forza tali da dissipare i dubbi sulla sostenibilità della ripresa del ciclo economico.
È quindi un trend rialzista di natura puramente tecnica e, come tale, va monitorato e analizzato attraverso i grafici più che attraverso le variabili di natura fondamentale. Queste ultime hanno anzi segnalato un peggioramento, rispetto alle previsioni, della fiducia dei consumatori elaborata dall’università del Michigan e un calo minore delle attese delle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione.
Un altro potenziale elemento negativo, stavolta proveniente dalla Cina, non è stato recepito come tale, se non in leggera misura, dai mercati finanziari. È il dato sull’inflazione cinese, passata in un mese dall’1,5% al 2,7%, che, accompagnata dall’incremento sorprendente della produzione industriale balzata di oltre il 20%, segnalerebbe un pericoloso rischio di surriscaldamento dell’economia che in questo momento funge da locomotiva della ripresa globale. L’eccessiva esuberanza del ciclo economico interno potrebbe indurre le autorità di Pechino ad adottare misure poco gradite ai mercati azionari, quali l’adozione di una politica monetaria restrittiva sul fronte del credito. Ribadiamo che la spiegazione alla base del rialzo delle borse va quindi trovata nella favorevole configurazione tecnica ed aggiungiamo anche in una ritrovata propensione al rischio da parte degli investitori, come confermato dall’analisi intermarket. La debolezza dei bond governativi “di qualità”, americani e tedeschi, è infatti andata a favore dell’equity, delle materie prime e delle obbligazioni societarie.
In particolare, l’indice S&P 500 americano si è riportato in area 1.150 punti, livello già visto a inizio anno e che funge da vero spartiacque per il futuro andamento del listino a stelle e strisce. Se le quotazioni riusciranno infatti a stabilizzarsi al di sopra di tale soglia potrebbero poi ambire ad un ulteriore allungo con l’effetto di estendere il rialzo almeno fino a quota 1.200. Così come l’indice Dax si è spinto oltre il livello dei 5.900 punti e punta a raggiungere, per un nuovo test, i massimi di inizio anno in area 6.100, anticamera alla ripresa del trend primario rialzista partito dai minimi assoluti di marzo 2009.
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