Greenback in ripresa contro euro

Altra giornata di indecisione ieri sul mercato FX, con il greenback in ripresa contro euro, sterlina e franco svizzero ma più debole rispetto allo Yen ed al commodity block. L’alone di avversione al rischio sui mercati può di fatto ricercarsi nelle problematiche continue in Grecia e nei commenti cauti della FED, la quale si è mostrata ieri scettica e poco vogliosa di alzare i tassi di interesse al momento. Le minute della Fed, divulgate ieri sera, hanno evidenziato la come la ripresa dell’economia a stelle e strisce sia in atto ma il mercato del lavoro rimane il grande punto interrogativo che pende sui policy maker. Da un lato  dati macroeconomici in uscita sono in miglioramento, dall’altro lato la disoccupazione ed il settore immobiliare ancora pesano sulla ripresa. Nell’area euro invece, sembra che il meccanismo di salvataggio instaurato da governi e FMI non sia riuscito a togliere la Grecia dalle prime pagine dei quotidiani. Il capitolo attuale della saga prosegue con il timore di ricevere i prestiti dall’FMI per via delle condizioni imposte dal prestito stesso; oltre a questo, i governi europei sono restii a concedere prestiti facilmente ripagabili e quindi la Grecia si sta rivolgendo agli USA. Passiamo in rassegna anche UsdCad che sta “flirtando” con la parità per la prima volta dal luglio 2008, sulla base del recupero economico leggermente più rapido rispetto a quello statunitense  e sulla base delle commodities in rialzo. Ora cerchiamo di rispondere ad un’obiezione che spesso ci viene rivolto: come mai anche per noi specialisti di settore è così difficile fare previsioni accurate? In realtà è meglio stare in guardia da chi “professa” il futuro del mercato perché, di fatto,  per sapere con certezza cosa succederà sul mercato occorre sapere cosa faranno tutti gli operatori sul mercato. Supponiamo che qualcuno dica “l’euro sicuramente salirà al punto X prima di scendere al punto Y”. Dunque sanno cosa pensa ogni singolo trader e sanno come reagirà ogni singolo trader sul mercato. Essendo chiaramente impossibile, dobbiamo pensare in probabilità: anche se l’analisi del singolo (come molti nostri analisti sul DailyFX) sono eccezionali, dobbiamo sempre pensare in termini probabilistici perché alla fine il prezzo nel breve e medio termine è guidato dal flusso di ordini e transazioni speculative – non dai fondamentali. L’analisi tecnica ci può aiutare a decifrare il contesto ma anche noi, purtroppo, non abbiamo la sfera di cristallo sul mercato. La cosa migliore, dunque, è lavorare con umiltà: stop posizionato, profit posizionato, con la consapevolezza di essere protetto anche se il mercato ci va contro.

 

Passando all’analisi tecnica, notiamo come l’eurodollaro stia confermando il quadro tecnico discusso nella newsletter di ieri: il primo obiettivo, indicato a 1.3385 è stato raggiunto e superato ed è stato toccato anche un minimo a 1.33544 (siamo in grado di fornire dei prezzi quotati fino al quinto decimale, ovvero frazioni di pip). Il punto di resistenza di breve periodo è individuabile in area 1.3435 ed i possibili obiettivi si trovano in area 1.3275.

Per quanto riguarda il cable ci troviamo in prossimità della parte alte della fascia di oscillazione che ha racchiuso il movimento del cambio durante l’ultimo mese (1.4800/1.5375). Possibili estensioni fino a 1.5315 del bel movimento di ripresa mostrato nella giornata di ieri e nel caso in cui dovessimo avvicinarci a 1.53 ¾ occorrerà fare attenzione al modo in cui le quotazioni si avvicineranno a quel livello. Evoluzioni vischiose della price action potrebbero suggerirci un’inversione a ritornare verso la linea mediana del canale indicato.
 

Per quanto riguarda il UsdJpy, ieri in serata è stato toccato un doppio minimo quasi perfetto (93.548) con il primo fatto segnare lo scorso 2 aprile (93.525). Attenzione dunque ad area 93.50 che può rappresentare il supporto al movimento che vede l’area tra 94.75 e 95.00 come possibile obiettivo.

Il UsdChf continua la sua estensione a rialzo con il raggiungimento per ben due volte del livello di 1.0720. Possibili estensioni fino a 1.0750 che potrebbe funzionare come livello di resistenza che potrebbe contenere questa impetuosa svalutazione della divisa elvetica, cominciata venerdì sul tardo pomeriggio dopo l’intervento della SNB che, secondo voci che circolano tra i desk (come indicato qualche giorno fa), ha venduto 1 miliardo di franchi in una tranche sola. E con EurUsd che scende e UsdChf che sale, bene o male delle stesse percentuali, l’EurChf rimane inchiodato in una ventina di punti

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